Continua il nostro viaggio nel meraviglioso mondo del doppiaggio. In questa sedicesima tappa parleremo di parte della vita e della carriera di Paola Della Pasqua (Monza, 18 giugno 1969), attrice e doppiatrice, nonché voce italiana di Jennifer Lopez nel film “Selena” e di Miwako Sato dall’anime “Detective Conan”. Qui di seguito potete leggere l’intervista che, gentilmente, Paola ha rilasciato al nostro giornale.
Salve Paola, per prima cosa vorrebbe raccontarci di come ha iniziato la sua carriera?
Io nasco come attrice di prosa, visto che nel 1991 mi sono diplomata all’ “Accademia dei Filodrammatici di Milano”; dopo di che ho iniziato subito la mia carriera teatrale. Per quanto riguarda il doppiaggio, mi ricordo che al saggio finale dell’ “Accademia” venne a vederci Raffaele Fallica (celebre per aver interpretato il ruolo del portiere in “Casa Vianello”, n.d.r.), attuale presidente della società di doppiaggio “ADC Group” di Milano, che alla fine dello spettacolo propose a me e ad altri miei colleghi di assistere a dei turni di doppiaggio. All’epoca non sapevo nulla di tale arte, e devo ammettere che nemmeno mi interessava molto, però per curiosità decisi di accettare tale proposta. Anche perché, essendoci molti momenti piatti e di inattività nel mondo teatrale, il doppiaggio poteva essere una piacevole alternativa. Inoltre, io ho una sorella gemella, Marisa (tra le tante cose, voce di Lyra e Dante in “Fullmetall Alchemist” e di Jean Grey in “Wolverine e gli X-Men”, n.d.r.), diplomatasi un anno prima di me all’ “Accademia dei Filodrammatici”, che proprio in quel periodo stava iniziando a doppiare, quindi ciò mi persuase ancora di più a provare a percorrere anche io quella strada. All’inizio portai avanti in simultanea la mia carriera a teatro e quella in sala di registrazione, soprattutto in qualità di speaker pubblicitaria. Tuttavia in seguito, verso il 1995-1996, quando cominciai a diminuire la mia attività sul palcoscenico, cominciai a doppiare, specialmente in film e serie televisive, in maniera più costante.
A tal proposito, lei ha partecipato al doppiaggio di diversi film per il grande schermo. Tra questi, sicuramente si ricorda “Selena” (1997), in cui ha prestato la voce alla celeberrima Jennifer Lopez. Ci può parlare di questa sua esperienza?
Sicuramente è stata una bellissima esperienza, anche perché quello fu il mio primo grande lavoro, dato che interpretai la protagonista del lungometraggio. “Selena”, inoltre, era davvero un bel film drammatico e mi è piaciuto tanto poterci lavorare. All’epoca Jennifer Lopez era poco famosa, infatti questo fu uno dei suoi primi lavori. In ogni caso mi fa sempre piacere sapere che le ho potuto prestare la voce in quell’occasione, anche perché poi i suoi film più celebri sono stati tutti doppiati a Roma e, di conseguenza, io non ho avuto più la possibilità di farlo. Tuttavia, a dire il vero, c’è stata un’altra volta in cui ho doppiato J.Lo. Infatti le presto la voce nella sua apparizione nella sitcom “How I Met Your Mother”. Probabilmente il direttore del doppiaggio della serie, Luca Sandri (voce di Broly nei film di “Dragon Ball Z” e di Baby in “Dragon Ball GT”, n.d.r.), avendo anche lui partecipato al doppiaggio di “Selena”, si era ricordato che io avevo già avuto a che fare con la Lopez, perciò mi ha chiesto di prestarle nuovamente la voce.
Dato che ha citato la celebre sitcom “How I Met Your Mother”, lei è nota anche per aver interpretato il personaggio di Zoey Pierson, impersonata da Jennifer Morrison, ovvero una delle varie ragazze del protagonista, Ted Mosby. Cosa si ricorda di questo lavoro?
In verità non ricordo moltissimo, anche perché in fondo quello di Zoey era un ruolo relativamente piccolo, anche se divertente. Invece, ciò che mi è rimasto impresso è il fatto che, in un primo momento, questa sitcom non avesse riscosso molto successo, salvo poi esplodere di popolarità tutt’ad un tratto. Ne rimasi molto sorpresa e colpita. Una serie che, invece, ricordo con molto affetto, perché mi divertii molto nel lavorarci, è senza dubbio il poliziesco austriaco “Fast Forward” (2009-2022), dove presto la voce alla protagonista Angelika Schnell, interpretata dall’attrice Ursula Strauss.
Parlando della sua esperienza nel mondo dell’animazione, lei è conosciuta per aver doppiato l’ispettrice di polizia Miwako Sato dall’anime “Detective Conan”.
Sì, infatti. In quella serie ho interpretato anche altri personaggi tra cui una delle antagoniste, Vermouth dell’ “Organizzazione degli Uomini in Nero”. Sicuramente, però, il ruolo più longevo è stato proprio Sato, che effettivamente è quella che ricordo di più, avendo fatto moltissimi turni per doppiarla.
A questo punto sorge spontaneo chiederle se preferisce doppiare prodotti d’animazione o quelli in “live action”?
Devo dire che preferisco lavorare su quelli in “live action”. Difatti non mi considero adatta a doppiare i prodotti d’animazione, a differenza di molte mie colleghe, che invece riescono a modificare di più la propria voce, rendendola maggiormente calzante per i pittoreschi personaggi tipici del mondo animato. Inoltre, senza togliere nulla al genere d’animazione, devo ammettere che questo tipo di prodotto non è proprio il mio preferito.
Paola, lei ha anche lavorato su vari videogiochi, ce ne può parlare?
Ho preso parte al doppiaggio di diversi videogiochi, tra cui “Assassin’s Creed: Odyssey” (2018) e “Assassin’s Creed: Valhalla” (2020). Però adesso, per mie motivazioni etiche e personali, ho chiesto espressamente ai vari studi di doppiaggio di non essere chiamata per doppiare videogiochi troppo violenti o “espliciti”, volendomi limitare, nel caso, a doppiare videogame più “tranquilli” e “carini”.
Lei è anche direttrice del doppiaggio, quindi viene da chiederle se preferisce ricoprire questo ruolo oppure “lavorare sul campo” da “semplice” doppiatrice?
Bella domanda! Credo di trovarmi meglio nella veste di direttrice. Effettivamente a me piace molto dirigere, anche perché adoro lavorare in stretto contatto con i miei colleghi doppiatori e il suddetto ruolo mi consente di farlo a 360°. Tra le varie opere che ho diretto, una di cui conservo sicuramente un bel ricordo è la serie d’animazione “My Little Pony – L’amicizia è magica” (2010-2019). Infatti mi sono molto divertita a lavorare su tale cartone, il quale, pur se si presentava come un prodotto per bimbi, era seguito anche da un pubblico più adulto e, di conseguenza, trattava anche temi abbastanza profondi. Inoltre “My Little Pony” era una sorta di musical ed io e mia sorella, Marisa, abbiamo dovuto anche adattare i testi delle canzoni in italiano. È stata una bellissima esperienza!
Prima di salutarla, vuole dirci quali sono i suoi progetti per il futuro?
Naturalmente, a causa degli accordi di riservatezza, non posso rivelare troppi particolari sui prodotti su cui sto lavorando. Posso dirvi, però, che a breve uscirà un interessantissimo documentario sul mondo transgender, in cui faccio la voce narrante. Spero di riuscire a trattare tale argomento con tutta la delicatezza e la serietà che occorrono.
Cesare Vicoli