Domani 29 gennaio alle ore 18 presso il Centro Berlinguer in Via Anelli n.71, la Consulta Giovanile ed il Collettivo Patate Bollenti in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili organizzano un cineforum dedicato alla Giornata della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto, una delle pagine più dolorose della Storia.
Sarà proiettato il film “Jojo Rabbit” diretto da Taika Waititi che ha vinto il Premio Oscar nel 2020 come miglior Sceneggiatura non originale. L’ingresso è gratuito.
“Ringraziamo la Consulta Giovanile Vasto ed il Collettivo Patate Bollenti – dichiarano il sindaco, Francesco Menna e l’assessora alle politiche giovanili, Paola Cianci – per aver proposto e lavorato in sinergia a questo interessantissimo Cineforum creando un momento di riflessione e testimonianza sulla Giornata della Memoria e su tutte le tematiche che ancora oggi generano conflitti sociali a causa di quell’atroce approccio relazionale impostato sulla diversità che in passato ha generato anche l’orrore dell’Olocausto”.
“Si tratta di un humor a dir poco particolare – dichiara la Presidente della Consulta Giovanile, Marta Del Negro – ma allo stesso tempo riflessivo che ci fa capire come tali influenze possano opprimere la mente di un bambino creando una realtà alterata dove al centro prevale una visione distorta di Adolf Hitler come un buon amico immaginario. Commedia e spunto di pensiero, Jojo Rabbit cerca di far percepire come il dolore si potesse trasformare e proiettare in una protezione”.
“Raccogliendo l’invito della Consulta Giovanile di Vasto in occasione del cineforum – dichiara il Collettivo Patate Bollenti – abbiamo raccolto sei titoli in una brochure sulla Giornata della Memoria che siano spunti per allargare l’orizzonte della memoria oltre gli ostacoli di questa fase storica. A queste ne abbiamo aggiunte di altre, nostre: che tipo di narrazioni include questo processo del ricordare? E quali ne esclude? La nostra ricerca parte da qui, non perché la cinematografia o la letteratura non ci offrano spunti meravigliosi su cui riflettere ma perché è doveroso cercare di non riflettere sempre sulle stesse cose e sugli stessi punti di vista, se non si vuole perdere il senso pregnante di quanto accaduto. Persone ebree, Rom e Sinti, con disabilità, asociali, testimoni di Geova, oppositori e oppositrici politici, omosessuali, persone slave e polacche, prigionieri di guerra e dissidenti. Quante storie potremmo ancora raccontare se volessimo ascoltare le voci di quasi 15 milioni di vittime?”.