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“Continuano le aggressioni degli internati della Casa Lavoro di Vasto verso gli agenti della Polizia penitenziari”

Da Notarangelo (SAPPE), De Troia (SINAPPE), Pellicciaro (OSAPP), Tramontano (UILPA-PP), Carlucci (USPP), Di Vietri (CISL- FSN) e Pistilli (CGIL) riceviamo e pubblichiamo.

“Continuano, quotidianamente, le aggressioni da parte degli internati della Casa Lavoro di Vasto nei confronti delle poche unità di Polizia penitenziaria rimaste che hanno l’audacia di svolgere servizio all’interno dei reparti, ben consci di ritornare a casa, dopo essere passati dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Vasto, se gli va bene, per medicare le ferite riportate, così come è accaduto nel pomeriggio di ieri quando un assistente di polizia penitenziaria, per intervenire a difesa del medico che stava visitando un internato, ha riportato una grave lesione al polso, per evitare che lo stesso colpisse il medico, dopo avergli già rovesciato la scrivania addosso. Anche una seconda unità di Polizia penitenziaria, accorsa sul posto per intervenire, ha dovuto subire l’attacco dell’internato il quale gli ha puntato una penna bic al collo.

Solo la prontezza di riflessi del poliziotto penitenziario ha scongiurato il peggio. Gli effetti di quanto accaduto, non solo hanno determinato delle lesioni con una prognosi, al momento, di quattordici giorni s.c., allo sfortunato assistente ma, cosa molto più pericolosa, si è generata una situazione di tensione e di paura che induce alcuni colleghi a rimanere distanti dal lavoro.

Il tutto, si svolge nell’assordante silenzio dell’Amministrazione centrale la quale, addebitando le colpe all’inesistenza di sottocircuiti per gli internati, anche quelli per sottoporre gli internati di difficile gestione a regimi custodiali chiusi o particolari, rimane inerte e non adotta alcun tipo di provvedimento, neanche quando è a rischio l’incolumità degli operatori penitenziari ed anche quando gli stessi vengono continuamente minacciati. si riducono sempre più le unità di personale rimaste in servizio, anche a cause delle diverse aggressioni da parte degli internati.”

 

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