Dal “museo a cielo aperto” alle bacheche espositive e ai percorsi educativi per ricordare l’eccezionale spiaggiamento dei sette capodogli arenati nel settembre 2014 sulla spiaggetta di Punta Penna, nella riserva naturale di Punta Aderci. E’ il progetto al quale sta lavorando l’amministrazione comunale che può fare affidamento su un finanziamento di 70mila euro. Il contributo è stato assegnato nel 2021 dalla Regione , ma secondo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle Pietro Smargiassi – il quale propose la realizzazione del museo a cielo aperto – rischierebbero di andare persi entro pochi mesi. L’idea iniziale era quella di recuperare gli scheletri dei tre dei sette capodogli arenati a Punta Penna e sotterrati in una località segreta, per farne una esposizione permanente in memoria dello spiaggiamento, ma al momento si sta lavorando alla realizzazione di bacheche espositive e di percorsi educativi-didattici per le scolaresche.
“Stiamo andando avanti speditamente”, spiega l’assessore Felicia Fioravante, “per poter intervenire in quell’area ci sono volute tantissime autorizzazioni e ad oggi è ancora in corso la Vinca (valutazione di incidenza ambientale ndc). Nei giorni scorsi c’è stato anche il sopralluogo della Soprintendenza”.
Con il finanziamento ottenuto dalla Regione il Comune vuole effettuare una serie di interventi volti alla sistemazione delle aree che insistono nella zona di accesso alla spiaggia di Punta Penna. Il progetto prevede la collocazione di bacheche illustrative sui capodogli e la ricostruzione della passerella retrodunale preesistente per la realizzazione di un percorso di camminamento in legno, di cui è rimasta solo una esigua porzione dopo l’incendio divampato nell’estate 2020. Previsto anche un totem che riproduce la coda di un capodoglio da realizzare con le cime nautiche dismesse.
“Discorso a parte è il recupero degli scheletri dei capodogli a cui sto prestando particolare attenzione”, aggiunge Fioravante, “mi sono già messa in contatto con il professor Vincenzo Olivieri del Centro studi cetacei di Pescara con cui ho intenzione di incontrarmi al più presto. In questo caso è assolutamente necessario interloquire con gli esperti che possono darci preziosi suggerimenti”.
Anna Bontempo (Il Centro)