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Gare d’appalto, per le piccole imprese abruzzesi è come scalare l’Everest

Solo il 10% dei bandi di Comuni e Province avviene in Abruzzo con la suddivisione per lotti: un criterio, questo, che è stato concepito per favorire la partecipazione delle piccole imprese agli appalti, ma che troppo spesso resta disatteso. Mentre il nuovo Codice degli appalti, al contrario, ribadisce questa misura “in modo da garantire – come recita il testo – l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro imprese, piccole e medie imprese”. Focus sullo stato dell’arte nel mondo degli appalti, e soprattutto sulle difficoltà che le imprese più piccole affrontano per aggiudicarseli in Abruzzo e in Italia, nel convegno organizzato dalla CNA regionale, in collaborazione con il confidi UNI.CO, dal titolo “Il nuovo Codice degli Appalti: opportunità per imprese e professionisti”, tenuto ieri pomeriggio a Pescara all’auditorium Cerulli.

Al centro dell’appuntamento, patrocinato dell’Anci Abruzzo (Associazione dei Comuni d’Italia), dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Pescara e dell’Ordine degli architetti della provincia di Teramo, tutte le asperità che una piccola impresa si trova ad affrontare per poter competere degnamente: pastoie burocratiche, scarsa trasparenza, digitalizzazione delle procedure a scartamento ridotto, criteri che sembrano favorire solo le grandi imprese. Problemi che lo studio sugli appalti messo a punto dall’Osservatorio Burocrazia della CNA Nazionale, ha fotografato con un il titolo emblematico “L’Everest delle piccole imprese”: nella presentazione di ieri di fronte a una folta platea di imprenditori e progettisti, ha svelato un profilo della nostra regione che non coincide esattamente con l’idea di una promessa per le imprese di minori dimensioni.

E i numeri lo stanno a testimoniare, come illustrato da Marco Capozi, responsabile delle Relazioni istituzionali della CNA Nazionale: condotta su un campione assai ampio di interventi, l’indagine ha focalizzato la sua attenzione soprattutto su tre diverse tipologie (gli edifici scolastici, le piste ciclabili e la realizzazione di alloggi popolari) mettendo a nudo un grumo di criticità di cui l’Abruzzo forse più di altri territori si dibatte, come la persistenza di modalità tradizionali anziché digitali nell’espletamento delle procedure, con ancora il 30% delle gare effettuate in modalità cartacea, in stridente contrasto con il crescente processo di digitalizzazione.

Ma anche in fatto di trasparenza non è che ci se la passi tanto bene: solo tre stazioni appaltanti garantiscono infatti la piena pubblicità delle informazioni, mentre due su dieci non pubblicano addirittura alcun dato al momento  dell’aggiudicazione. Insomma, per le piccole imprese è davvero un Everest da scalare, se è vero com’è vero che – secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Cna Nazionale analizzando le classi di importo delle gare di appalto relativi all’anno 2021 – le micro imprese (parliamo del 96% del totale delle imprese italiane) possono potenzialmente accedere solo al 17% del mercato degli appalti pubblici, aggiudicandosene circa il 5%.

Inevitabile, dunque, che la valutazione si sposti sulla riforma del Codice degli appalti appena partorita dal Consiglio dei ministri, che una grande discussione sta già suscitando tra gli addetti ai lavori: «Nel testo approvato – illustra il responsabile regionale di CNA Costruzioni, Silvio Calice – è stata comunque riconosciuta la specificità dei consorzi artigiani, che in una regione come la nostra vedono solo il 30% di gare prevedere specifiche misure che ne favoriscono le forme di aggregazione: è positivo che le attuali regole in materia siano state confermate, recependo così anche le indicazioni dei due rami del Parlamento. Oltretutto, nel testo del nuovo provvedimento sono stati introdotti requisiti speciali per consentire l’accesso al mercato e la crescita delle micro, piccole e medie imprese: novità, questa, insieme al riconoscimento dei consorzi di imprese artigiane, che la CNA rivendica come un successo della categoria nel confronto con l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni».

Dopo i saluti del vicepresidente nazionale della CNA, Savino Saraceni (“Proseguiamo in un percorso di iniziative per rafforzare il nostro legame con il mondo delle professioni”), del presidente dell’Ordine degli ingegneri di Pescara, Maurizio Vicaretti (“Forse troppo ampio il ricorso ai subappalti”) e della sindaca di Spoltore Chiara Trulli (“Forse dovremmo riflettere anche sui tanti contenziosi che spesso bloccano gare d’appalto”) ha preso la parola Mario Pagani, responsabile del dipartimento di Politiche industriali della CNA nazionale, che ha spiegato in dettaglio quanto previsto dal nuovo Codice degli appalti: “L’apporto che abbiamo dato come CNA alla formulazione del testo così come noi oggi lo vediamo è stata tutt’altro che irrilevante, soprattutto per la reintroduzione, dopo un errore iniziale che ne aveva previsto l’esclusione, del il ruolo dei consorzi artigiani. Purtroppo oggi le gare sono concepite, per come sono suddivise in lotti, in modo da escludere la partecipazione delle imprese che noi rappresentiamo, le più piccole”. Marco Terrei, esperto di appalti e PNRR dell’Anci Abruzzo, si è soffermato invece soprattutto sugli aspetti giuridici: “Purtroppo ci si trova spesso di fronte a tempi ristrettissimi per la messa a punto della parte progettuale ed esecutiva, e questo ovviamente finisce per penalizzare maggiormente le piccole imprese”. Nelle sue conclusioni, il direttore di CNA Abruzzo, Graziano Di Costanzo, ha lanciato un appello: “Mai abbiamo avuto tante risorse a disposizione, come nel caso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per dare qui e ora risposte a tante emergenze del nostro territorio. Ma siamo in ritardo e occorre far presto, perché nessuna risorsa vada sprecata”. 

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