Il nido è rimasto intatto, ma le uova del fratino non ci sono più. L’amara scoperta è stata fatta dai volontari che pochi giorni prima avevano salutato con favore la nidificazione del piccolo uccello in via di estinzione nella riserva Marina di Vasto, in prossimità della concessione balneare Miramare. La scomparsa delle tre uova – deposte in un piccolo avvallamento della sabbia – è stata segnalata al Comune di Vasto, alla polizia locale, ai carabinieri, alla guardia costiera, alla polizia provinciale e alla Regione da Filomena Ricci, delegata regionale del Wwf, associazione che si occupa del “progetto salva-fratino”, i cui referenti avevano provveduto a delimitare l’area come indicato nel piano faunistico venatorio della Regione Abruzzo.
“La presenza del nido era stata segnalata dai volontari della Stazione ornitologica abruzzese e del gruppo fratino”, spiega l’assessore all’ambiente, Gabriele Barisano, “ringrazio l’associazione e quanti si sono adoperati finora per la salvaguardia della specie sottoposta a tutela”.
Stefano Taglioli, coordinatore del gruppo fratino di Vasto, è convinto che si sia trattato di un “saccheggio”.
“La predazione da parte di un cane o di altro animale avrebbe portato alla devastazione del nido che invece è rimasto intatto”, sostiene l’ambientalista, “avevamo segnalato la presenza del nido, così come il successivo saccheggio a Comune, Capitaneria di porto, Carabinieri forestali e Regione. Siamo nel 2023 e dopo 30 anni di impegno personale e dei volontari constatiamo che nulla è cambiato nell’approccio a Vasto, come in tanti altri luoghi, preda di quella incultura ecologica che ha trasformato le spiagge in tutto fuorché ambienti naturali quali erano. Incultura che ha visto come prime vittime i fratini, abitatori da sempre delle spiagge e letteralmente cacciati da casa loro. Come gruppo fratino continueremo a vigilare, ma nel caso in cui dovessimo trovare altri nidi li segnaleremo solo alla Soa. Atto improvvido è stato, infatti, mettere una delimitazione da parte di altra associazione senza prima contattare chi, come noi, aveva rintracciato il nido e lo stava gestendo”, conclude Taglioli.
Anna Bontempo (Il Centro)
foto di repertorio