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Percorsi sensoriali e risonanza emotiva all’IC G. Rossetti di Vasto

Gli studi sull’Intelligenza Emotiva, iniziati da Daniel Goleman negli anni ottanta del secolo scorso e tutt’ora in una fase molto fertile, stanno cambiando l’approccio al mondo delle emozioni, in maniera lenta ma continua.  Le caratteristiche positive degli individui, quali consapevolezza di sé, gestione di sé, consapevolezza sociale e gestione delle emozioni nelle relazioni, garantiscono loro una qualità della vita invidiabile proprio sul piano del benessere emotivo.

“Ci si sta rendendo sempre più conto di come tutto questo dipenda dal nostro cervello emotivo: il sistema limbico, la sede dei nostri centri emozionali, in cui l’amigdala ha il ruolo di mediatore centrale, è infatti un circuito aperto e può subire sempre il contagio emotivo. C’è un modo per aumentare le possibilità di risonanza? Sì, è quello di coltivare la propria Intelligenza Emotiva, la cui conditio sine qua non è la capacità di essere empatici, riuscendo a cogliere le emozioni dell’altro con vivo interesse ed assenza di giudizio.
Significa considerare con rispetto e attenzione i sentimenti dell’altro, quindi prendere decisioni intelligenti, che tengano conto di questi sentimenti, è la capacità di leggere il piano non verbale della comunicazione, ovvero le espressioni del viso, i gesti, i movimenti del corpo, i pruriti che scattano durante la comunicazione”.
Quale miglior luogo se non la scuola per aumentare la maturità emotiva?!
Questa è l’idea di Antonella Pelilli, docente dell’Istituto comprensivo Rossetti di Vasto che, essendo anche tirocinante del corso di Specializzazione Sostegno presso l’Università di Chieti, ha realizzato un progetto formativo riguardante i benefici della musica sugli individui con disabilità visiva attraverso un percorso emozionale. L’idea nasce dall’esperienza in una classe dove è presente un ragazzo con disabilità visiva. Il percorso sensoriale, creato dalla maestra Monia Pelilli, sorella della professoressa, è una raccolta di spazi dove il ragazzo può camminare a piedi nudi, toccare e interagire con diversi elementi. Le aree sono suddivise in base a materiali e consistenze differenti (freddo, caldo, ruvido, liscio, soffice) e si può attraversarli annusando, toccando, ascoltando della musica rilassante.
Ogni ragazzo sarà bendato proprio per permettere di risvegliare le sensazioni tattili e uditive, ovvero i sensi vicari che si attivano negli individui con disabilità visiva. Questa attività è anche un’ottima soluzione per insegnare al bambino/ragazzo come usare il corpo o come sviluppare i sensi e soprattutto può essere lo strumento per insegnargli l’equilibrio e stimolare la propria percezione corporea.
Creare dei percorsi sensoriali significa regalare ai bambini e ai ragazzi, ma anche agli adulti, un’esperienza stimolante che arricchisca il loro bagaglio di esperienze e sviluppi la loro fantasia e creatività.
Un secondo step consiste nell’ascolto di musiche differenti che esprimano le emozioni principali, dopodiché viene chiesto di associare ad ognuna una consistenza differente attraverso la memoria sensoriale e il contatto con oggetti di diversa natura. Le vibrazioni non sono codificate solo dall’orecchio ma, al contrario, possono essere accolte e sentite sul piano tattile e attraverso i nostri organi. L’ascolto sensibile riguarda: la natura delle emozioni (Quale emozione sento nell’ascolto?); la molteplicità delle emozioni (Quante emozioni sento? Quali sono compresenti?); la forza delle emozioni (Quanto sono forti le emozioni che sento?), e cosa le muove (cosa potrebbe essere la ragione dello stato emotivo che sento?). L’ascolto incide nella nostra esistenza in senso ampio, come esseri umani, dalla nascita sino all’ultimo respiro. L’ascolto è con noi, sempre. Se associassimo ogni emozione a tutto ciò che ci circonda naturalmente forse riusciremmo a dare un’anima e a rispettare l’ambiente, istaurando un dialogo costruttivo nell’ambito famigliare, lavorativo, scolastico ed extrascolastico.
La dirigente scolastica dell’IC G. Rossetti di Vasto, Cristina Eusebi, entusiasta del progetto ha pensato di mettere a disposizione questo percorso sensoriale e di allestire un’aula in cui le emozioni possano trovare suoni e forme. Un’altra particolare attenzione che la dirigente dimostra nei confronti di progetti mirati alle disabilità e non solo.

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