“Il peggio è passatom ma la paura è stata tanta. Quello che più conta per noi adesso è la serenità di mia figlia“. A parlare è il padre della quindicenne ferita domenica scorsa allo stadio Aragona dal lancio di una bottiglia di vetro dopo la partita Vastese -Termoli.
“Per mia figlia è stato terribile – dice il padre – devo ringraziare tutte le persone che l’hanno soccorsa, la stessa società che si è prodigata per accelerare i soccorsi e il 118 che in pochi minuti ha trasferito mia figlia all’ospedale San Pio. Non è stata lasciata sola un momento. Di lei si è subito occupata la dottoressa Anna Zinni”.
La ragazza ha ricevuto quaranta punti di sutura all’interno della bocca.
“Ancora oggi deve stare attenta quando mangia. Ma è nulla rispetto a quello che ha rischiato. L’intervento è stato fatto benissimo e il chirurgo estetico che ha ha visto mia figlia lo ha confermato. Lei è più sollevata ma sta ancora male dal punto di vista psicologico. Stiamo cercando di ridarle serenità. Non è facile, l’esperienza è stata davvero brutta. Non ho nulla contro la Vastese ma il danno a mia figlia è stato grande”, conclude il padre.
A seguire la vicenda per la famiglia è l’avvocato Antonello Cerella. “Abbiamo fatto richiesta alla società Vastese Calcio di fornirci il nome del loro istituto assicuratore per inoltrare una richiesta risarcitoria. I genitori della ragazza non sono intenzionati ad agire contro la società e si augurano quindi che ci sia un istituto assicuratore che possa risarcire il danno, che è abbastanza importante”.
Paola Calvano