Siamo stati facili profeti e forse anche un po’ menagramo. Avevamo appena qualche giorno fa, in occasione dell’alluvione in Romagna, richiamato l’attenzione sulla necessità di un controllo periodico su canali, fossi interrati, scarichi e condotte presenti in zona che il pericolo paventato di esondazioni e frane si è materializzato anche a Vasto.
È di ieri la notizia del cedimento di un consistente tratto di asfalto in adiacenza alla rotonda di Sant’Onofrio sulla trafficatissima circonvallazione Istoniense. All’origine della voragine, apertasi sotto il peso di uno scuola bus che stava attraversando la strada, c’è quasi certamente una frana determinata da un accumulo di acqua sotto il manto stradale. Chi ha conoscenza del territorio sa benissimo che in quel tratto correva a cielo aperto il Valloncello, un fosso naturale di scolo di acque piovane, che fu tombato al momento della realizzazione della circonvallazione negli anni Ottanta.
A distanza di quarant’anni probabilmente a causa della vetustà, della scarsa manutenzione e delle abbondanti piogge registrate nell’ultimo periodo le tubazioni nelle quali vennero dirottate le acque devono aver subito lesioni importanti che hanno avuto l’effetto di scalzare tutto il terreno attorno e di determinare una frana che poteva avere anche conseguenze drammatiche. L’episodio non va per questo minimizzato e deve convincere le autorità comunali, d’intesa con il Consorzio di bonifica che custodisce in archivio dati e cartografie, a procedere senza indugio ad una generale ispezione e verifica di tutte le opere di irreggimentazione e drenaggio delle acque di scolo realizzate nell’agro del comune. Aspettiamo di vedere.
Giuseppe Tagliente