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“Lupi, orsi e pubblica incolumità”, venerdì alle ore 20,30 incontro al Centro Gulliver

Vasto, comune abruzzese della provincia di Chieti, da alcuni mesi è purtroppo interessato dagli attacchi a persone da parte di un esemplare di lupo appenninico. Diverse persone sono state ferite addirittura sulla spiaggia a partire dall’agosto 2022. Il comportamento molto aggressivo verso gli esseri umani di questo esemplare è anomalo e quindi problematico e necessita di un immediato e risolutivo intervento delle autorità preposte.

Soprattutto perché il 7 maggio, poco prima delle 20, l’esemplare si è inoltrato sulla spiaggia nonostante la presenza di molte persone e si è diretto verso un padre con due bambini, che stazionavano abbastanza isolati. Il lupo ha con ogni probabilità tentato di predare la figlia di 4 anni azzannandola alla schiena, attaccando anche il padre subito intervenuto per difenderla. Infine il lupo è stato scacciato, ma ha immediatamente preso di mira un’altra famiglia, atterrando e azzannando il loro figlio sempre di 4 anni, venendo poi messo in fuga. Entrambi i bambini sono stati portati d’urgenza nel locale ospedale a causa delle ferite. Hanno avuto anche un grave choc, che tuttora perdura.

Il lupo è stato più volte fotografato e filmato in spiaggia o nelle strade adiacenti, anche se alcuni suppongono che potrebbe trattarsi di un cane vagante, pur senza alcuna prova. Si stima che nel solo territorio di Vasto siano presenti oltre venti lupi. L’esemplare in questione presumibilmente si reca di sera/notte, almeno da un anno, sulla spiaggia forse attirato da rifiuti.

In precedenza ma in Puglia si era verificato un altro caso simile, seppure meno grave. Nel 2020 un lupo osservato per diverse settimane in località Alimini, nei pressi di Otranto, e che si aggirava spesso addirittura in spiaggia – come il lupo di Vasto –, aveva attaccato in diverse occasioni una bambina e una donna adulta, azzannando quest’ultima a una gamba mentre faceva jogging. L’animale fu infine catturato a luglio dal personale del Parco della Maiella e risultò essere un giovane lupo di quasi 30 kg, forse prima detenuto illegalmente da ignoti.

Al Convegno nazionale “Lupi, orsi e pubblica incolumità” –  organizzato dall’Associazione cultura rurale presieduta dall’on. Sergio Berlato, che si terrà dalle 20,30 del 23 giugno al Centro Gulliver di  via Incoronata 157/b a Vasto (ingresso libero) – di cosa si parlera? Non solo di lupi, ma pure di orsi trentini, grazie a un collegamento video con il comitato Insieme per Andrea Papi, istituito a Cavalese, Provincia autonoma di Trento. Dopo una serie di attacchi con ferimenti di diverse persone da parte di vari orsi, purtroppo il 5 aprile scorso il 26nne Andrea Papi, che faceva footing non lontano dalle case, fu attaccato e ucciso dall’orsa Jj4 nella zona di Caldes in Val di Sole. Il problema degli oltre 100 orsi nella Provincia di Trento sta causando acuti problemi a vasta parte della popolazione. Insomma, l’Abruzzo e il Trentino vivono entrambi questa problematica dei grandi predatori, uno per via del lupo e l’altro per via dell’orso bruno alpino (parecchio più aggressivo di quello marsicano).

Non solo, direttamente dalla Toscana – regione che ha ormai una popolazione lupina addirittura superiore ai 1.000 esemplari, come da monitoraggio dello zoologo Marco Apollonio dell’Università degli Studi di Sassari – porterà le sue argomentazioni e testimonianze Marco Bruni, del Comitato emergenza lupi di Arezzo. Per quanto riguarda l’Abruzzo interverranno Dino Rossi dell’Associazione cultura rurale (organizzatrice del convegno) e Nicola Giarrocco dell’Associazione Terre di Punta Aderci. Inoltre interverrà Michele Corti, dei Comitati tutela persone e animali dai lupi (co-organizzatore dell’evento).

Per la parte storico-scientifica interverranno come relatori Andrea Mazzatenta, psicobiologo e psicologo animale dell’Università G. D’Annunzio di Chieti, lo zoologo Paolo Forconi dello Studio Faunistico Chiros, e il giornalista naturalista Giovanni Todaro, storico del lupo. L’aspetto legale sulla pubblica incolumità sarà esposto dall’avvocato Francesco Prospero. Le conclusioni saranno esposte dall’on. Sergio Berlato, presidente dell’Associazione cultura rurale. Moderatrice del convegno la giornalista Miriam Giangiacomo.

Per contatti e informazioni, 3476164207.

Per saperne di più

– Secondo il monitoraggio 2020-2022 dell’Ispra, in Italia sarebbero presenti 2.945-3.308 lupi. Tuttavia il monitoraggio fu fatto solo su circa 100.000 km2, quando l’areale del lupo in Italia (escluse le isole, in cui non è presente) è di quasi 250.000  km2. Insomma, la popolazione in realtà dev’essere ben superiore. Ma si consideri che già i 3.308 lupi stimati dall’Ispra fanno sì che l’Italia abbia più lupi di – messe insieme, e quindi in totale – Francia, Germania, Austria, Svizzera, Croazia, Slovenia, Portogallo, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Finlandia, dove però gli esemplari problematici o ritenuti in esubero vengono abbattuti. Il lupo, con l’orso come parte minore, dal 1971 è stato al centro di diversi progetti per un valore – tradotto in lire – di oltre 75 miliardi!

– Gli ultimi gravi attacchi di lupi all’uomo – purtroppo in questi casi mortali – in Abruzzo si verificarono nell’inverno del 1914 in contrada Portelle presso Roccaraso (donna adulta), nel 1916 a Palena (donna adulta), nel 1923 a Rivisondoli (donna adulta) e nel gennaio 1924 a Cittaducale (uomo adulto). Cittaducale oggi fa parte del Lazio, ma fino al 1927 apparteneva alla provincia abruzzese dell’Aquila. Precedentemente, nel 1839, ci fu il caso della cosiddetta Bestia di Pacentro o Corfinio, antropofaga, che in vari attacchi uccise almeno dieci persone tra Pacentro, Roccacasale, Caramanico, Sulmona e in altri comuni facenti oggi parte del Parco della Maiella. Ucciso durante l’ultimo tentativo di predazione su un uomo, l’animale fu esaminato da vari chirurghi i quali stabilirono che si trattava di un grande lupo. Tutti i documenti ufficiali, atti di morte, ordinanze comunali, autopsie e altro furono conservati all’Archivio storico di Sulmona.

Tuttavia tale situazione era relativa a situazioni sociali gravi e particolari, oggi non più esistenti. E infatti da allora il lupo non si era più rivelato come pericoloso per gli esseri umani. Il lupo, come l’orso, il cinghiale e tutte le altre specie selvatiche, è fondamentale in natura e ha tutti i diritti di vivere allo stato selvatico, però necessita ormai una corretta gestione. Ora la popolazione di lupo appenninico è in grande aumento, ossia diverse migliaia  – essendo aumentata in Italia di almeno trenta (dati Ispra), e forse ottanta volte, dal 1971 quando la specie fu protetta. Lo stesso dicasi per quanto riguarda l’orso bruno alpino, in alcune aree del Trentino ormai eccessivamente numeroso (oltre 100 esemplari) e pure pericoloso, con varie persone attaccate e ferite e con la recente uccisione di un uomo che faceva footing da parte dell’orsa Jj4 che in passato aveva già attaccato e ferito due persone e che quindi già allora, in base a un preciso protocollo scientifico di gestione, avrebbe potuto essere almeno catturata e detenuta in sicurezza. O abbattuta.

– La presenza persino dentro le grandi città di lupi, orsi e cinghiali, addirittura in luoghi ricreativi adibiti ai bambini, è non solo anomala ma potenzialmente pericolosa per l’incolumità pubblica. Il numero e le attività di lupi, orsi e cinghiali da anni sta mettendo pesantemente in crisi i settori dell’allevamento e dell’agricoltura a livello nazionale. Si verificano sempre più predazioni di gatti e soprattutto di cani, non solo da caccia e da pastore ma pure da compagnia, addirittura nei centri abitati o in prossimità, anche se tenuti al guinzaglio.

 

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