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La Lega Vasto sul concorso da messi: “È una questione etica”

Sul concorso espletato dall’amministrazione comunale di Vasto per le assunzioni di messi notificatori si è detto, scritto e commentato in ogni luogo. Ciascuno ha proferito la sua, magari lasciandosi andare ad interpretazioni personali, a convincimenti frutto di articoli di giornali, di chiacchiericcio spicciolo; insomma, la vicenda ha assunto i contorni di una telenovela di cui si continuerà a parlare per molto, a prescindere dalla regolarità dello svolgimento del concorso stesso secondo norme e leggi che indicano chiaramente come essi debbano essere condotti. Ovvero, come sentenzia la Corte di Cassazione in un recente pronunciamento, l’assunzione di un dipendente pubblico è comunque presidiato dal nostro sistema penale attraverso una norma sussidiaria. Tale norma va individuata, secondo la sentenza in commento, nell’art. 323 c.p. ossia il reato di abuso d’ufficio, la cui abolizione è uno dei cardini della Riforma della Giustizia in fase di scrutinio da parte del Parlamento italiano proprio in questi giorni.

Ed allora, lasciamo stare il vasto campo penale che non compete a questo contesto e che non risolve i due più importanti problemi che si porta dietro la mala politica: la scarsa considerazione verso la meritocrazia ed il rigoroso rispetto di un codice etico che non attiene, evidentemente, a buona parte di chi ha il dovere morale di applicarlo in quanto funzionario pubblico nell’esercizio proprio delle sue alte funzioni di garanzia. Non ci interessa la condanna penale, il ricorso alla Procura che evidentemente, anche al cospetto di anonimi ben informati e capaci di rappresentare uno scenario che, in fondo, si è di poco discostato dalla realtà dei fatti, non ha ritenuto e non ritiene ci siano margini tali da attenzionare quanto accaduto nell’espletamento di questo chiacchierato concorso.

Ci interessano, invece, i profili comportamentali che hanno prodotto questo concorso. Questione etica. È normale che un dirigente di un Comune che nomina la commissione giudicatrice consenta ad un suo congiunto di partecipare liberamente ad un concorso pubblico per un Ente dove egli riveste un ruolo apicale e, dunque, una funzione direttiva o quanto meno paritaria nei confronti di chi si è assunto la responsabilità di validare il concorso stesso?

Non accettiamo la risposta: ma è legale! Non ci interessa. Vogliamo una risposta alla domanda: è etico fare questa cosa? È moralmente condivisa dall’Amministrazione comunale una procedura che presta il fianco a critiche di natura etica, in un momento in cui tutto il centrosinistra nazionale si sta affannando a correlare un comportamento discutibile, ancora tutto da provare, del figlio del Presidente del Senato al solo fine di creare caos politico all’interno della maggioranza di Governo?

Questione meritocratica. Qual è il know how che avrebbero dovuto avere i concorrenti per essere valutati idonei in posizione utile tale da essere assunti? La preparazione! Ci verrebbe da dire. Certo, non possiamo né vogliamo fare di tutt’erba un fascio, ce ne guardiamo bene, anche perché tra i primi idonei ci sono laureati che hanno mostrato tutta la capacità di poter essere giudicati per meritocrazia.

Ma possibile, ci chiediamo, che tra le figure risultate idonee nelle prime dieci, undici posizioni, ci siano solo quelle che per motivi di esposizione politica, per affinità parentale, per vicinanza amicale e professionale con pubblici amministratori e funzionari giudicanti o dirigenti, siano in qualche modo riconducibili ad una parte politica?

L’eccezione a volte conferma la regola, ma la meritocrazia ci appare un parametro non sempre garantito. Ciò è un male per la politica, perché porta sfiducia nelle istituzioni e genera insinuazioni che magari non hanno alcun fondamento, ma creano imbarazzo, disagio, critiche e malumori. Caratteristiche, queste ultime, che questo concorso le ha tutte.

Ed infine, come un’ottima ciliegina sulla torta, c’è da chiedersi le ragioni per le quali un comune abbia bisogno di ben 11 messi notificatori anziché i tre preventivati e richiesti dal concorso e se sia eticamente corretta, anche in ottica di trasparenza, la scelta di non diffondere i nominativi dei vincitori, o, meglio di tutti gli 11 vincitori visti gli ultimi sviluppi.

Segreteria
Lega Vasto

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