Abbiamo letto con un certo interesse e con molto piacere, la notizia della avvenuta trasformazione, in materia di ciclo integrato dei rifiuti, del Consorzio Civeta in una Società di diritto privato (S.R.L.) a capitale pubblico.
Sulla carta si è data attuazione ad una suggestiva proposta di riorganizzazione , finalizzata ad un completamento circolare della filiera, in grado strutturare il patrimonio e di intervenire sul territorio , dalla fase della raccolta della spazzatura urbana a quella dello smaltimento dei reflui e dei sovvalli in discarica e/o alla valorizzazione dei prodotti delle lavorazioni di trattamento.
Il “ fu “ Consorzio Civeta ha, quindi, finalmente recuperato una proprietà definita che appartiene ad alcuni Comuni del vastese, tra cui Vasto e San Salvo, che ne detengono la maggioranza assoluta e che hanno investito considerevoli risorse proprie negli anni, senza ottenere alcun apprezzabile ristorno , dovendo invece spesso intervenire a sostegno economico di una gestione quasi sempre passiva.
Ricordiamo che l’Ente Consortile Civeta, era stato addirittura Commissariato per molti anni dalla Regione Abruzzo , senza che le predisposte gestioni abbiano particolarmente brillato per i risultati ottenuti , dovendosi al contrario annotare solo il continuo aumento delle tariffe ( crediamo sia la unica discarica al mondo che non abbia guadagnato soldi a palate) ed alcune gravi indagini giudiziarie collegate agli incendi , al temporaneo sequestro ed al blocco della attività della terza vasca dell’impianto consortile di Valle Cena . Ora sembrano esserci le condizioni per cambiare.
C’è , però ,un piccolo particolare che non quadra se non viene messo a punto bene .
Non sono state rimosse le effettive questioni che non hanno consentito al Civeta di galleggiare economicamente e funzionalmente : è stato, di nuovo, previsto un costoso Consiglio di Amministrazione che ha mantenuto troppi poteri di gestione operativa; non sono stati adeguati i compiti e le responsabilità che dovrebbero fare capo al Direttore Generale – come avviene in tutte le aziende che si occupano di rifiuti – ; sono stati aumentati i ristorni di compensazione ambientale ad alcuni Comuni che risentono della presenza dell’impianto; non è stato definito il contrasto operativo che vede alcuni Comuni soci aver affidato il servizio della raccolta e dello smaltimento ad una altra Società che opera nel bacino e con la quale avrebbe dovuto essere raggiunto un accordo preliminare ( Ecolan) .
Basti pensare che questa dicotomia , nell’ambito della stessa Agir , vede i due soggetti realizzare ciascuno un impianto di digestione anaerobica, ognuno dei quali avrebbe bisogno di un quantitativo di rifiuti organici non disponibile nell’intero bacino .
Per quanto ci riguarda, riteniamo che Civeta Srl , restituito ai legittimi proprietari , veda chiuse le inchieste penali pendenti da tempo, anche per sapere se e che impicci ci sono stati nel passato, e che le corrette ipotesi di riorganizzazione dei servizi globali di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti vengano definite dai Comuni interessati , in primis Vasto e San Salvo, nell’ambito del miglior funzionamento dell’Agir regionale.
E’ vero, infatti, che l’impianto di trattamento di Civeta , con la annessa discarica , è l’unico impianto di origine pubblica della Provincia di Chieti , ma è altrettanto vero che i cittadini di Vasto e del vastese non sono disponibili a trasformare la neonata Società nella pattumiera d’Abruzzo, ne a subire passivamente un esproprio proletario.
Ci auguriamo che la popolazione sia informata costantemente di quanto accade e che tutto venga concordato in maniera trasparente , con i Comuni di Vasto e San Salvo e con gli altri proprietari delle quote sociali , se ancora interessati, nell’esclusivo interesse di tutti gli abitanti del comprensorio vastese . Di un territorio dove, purtroppo, ancora aleggiano interventi “spot” di privati (discariche, impianti di trattamento e cogenerazione, etc) che non sono inseriti in un quadro organico di gestione e che , quindi, difficilmente risultano valutabili nella logica del pubblico interesse.
Non deve accadere che si abbia un pulman in proprietà , preso e guidato da terze persone , senza sapere che viaggio si compie ogni giorno che passa e che gente si porta a spasso . Occorre definire un viaggio certo ed un percorso virtuoso e sostenibile . Buon lavoro.
Il Nuovo Faro
Dott. Ing. Edmondo Laudazi