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Letta, Brunetti e la sanità

“Un premio al merito della sanità è quanto di più alto si possa immaginare. E nessuno più di lei è nel vero senso dell’espressione Benemerito della sanità pubblica”. E’ la parte centrale di una nota dell’insigne statista, Gianni Letta, inviata al professor Guido Brunetti, a seguito di un nuovo riconoscimento allo scrittore romano, ma di origini abruzzesi. Invero, la sanità oggi si trova in una delicata fase di crisi e quindi di transizione. “La medicina, nell’antica Grecia, presenta- spiega Brunetti- una concezione magico-religiosa. La quale viene superata dalla scuola ippocratica del V secolo a.C. che prende a modello i filosofi naturalisti. Diventa basilare il rapporto umano medico-paziente. Oggi, la meritoria figura del ‘mio medico’ è entrata in dissolvenza, si è consumata, svuotata, fino a lasciare di sé soltanto un ricordo permeato di rimpianto.

E’ davvero paradossale che nell’epoca del ‘trionfo della medicina’ sia venuta formandosi l’insoddisfazione di quanti ritengono che la medicina odierna ha acquistato in tecnologia quel che ha perduto in umanità. In realtà, la prima medicina-conclude Brunetti- è proprio

Il rapporto medico-paziente”. Non c’è cura dell’anima e cura del corpo- ha scritto un grande psichiatra, Eugenio Borgna- ‘se non è intessuta di saggezza e di gentilezza’.

(A.G.)

 

 

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