Signori, vi voglio parlare mentre mi state a cercare. Io sono un povero lupo e d’una cosa vi prego:… acchiappatemi.
Non ne posso più di questa vita penosa ed errabonda e voglio soltanto un po’ di pace ed un piatto di minestra. Son pronto, ve lo giuro, a barattare questa fama piombatami addosso per un tozzo di pane che mi plachi la fame.
Lascio volentieri a Lupo Alberto e ad Ezechiele Lupo tutto lo spazio non richiesto che mi hanno dedicato le prime pagine dei giornali e le televisioni di mezza Italia. Sono loro le primedonne, io sono solo un poveraccio arrivato in riva al mare senza neanche saper nuotare che vuole soltanto tornarsene a casa, in cima alla Majella. Penso che abbiate compreso dalle immagini più recenti circolate sui mezzi d’informazione quanto possa essere feroce così smunto, macilento, sciancato e forse pure con la rogna. Perciò vi imploro, uomini delle brigate antilupo: venitemi a pigliare chè non ne posso più di ‘sta vita grama, da wanted, da braccato. Ma l’’avete capito o no che voglio farmi arrestare? Cerco di farvelo capire in tutti i modi, anche spingendomi, come ho fatto di recente, dentro un condominio, ma niente. Nisba! Tutti buoni, i presenti ed i wolfgard, ad urlare “Al lupo! Al lupo!” , ma nessuno che abbia mosso un dito.
Cosa dovrei fare di più per farvelo capire? Non potete mica pretendere che mi consegni come se fossi un qualsiasi Matteo Messina Denaro. Non sarebbe dignitoso. Un lupo è un lupo e deve comportarsi da lupo. Ne va della mia faccia al cospetto dei consimili e per questa ragione devo anche continuare a far finta di mordere. Fa parte della nostra natura o più precisamente della nostra storia che un lupo debba mordere. Morsi e rimorsi storici, direbbe un filosofo d’antico pelo!
Tuttavia non sarebbe accaduto niente di tutto questo se aveste smesso con le pagliacciate e le vostre insulse rivalità che hanno riconfermato quanto il detto homo homini lupus vada bene per gli uomini ma non per i lupi veri, che sono più seri. Adesso che l’estate sta finendo e l’inverno s’avvicina avrei anche più necessità d’essere raccolto e ricoverato in uno hotspot , come s’addice ad un migrante come me. Quando perciò mi riaffaccerò davanti a voi non perdete tempo a telefonare o a questionare. Fatevi sotto, bloccatemi con una rete, con una gabbia, con un sonnifero, con un drone o un carro armato o come cavolo vi pare. Io mi dichiarerò “prigioniero politico” e non più “prigioniero dei politici” e vi seguirò. Non provate però a farmi fuori come l’orsa Amarena, sennò m’incazzo davvero. Cordialmente.
Il lupo
Inviato ai sindaci ed alle Loro Eccellenze (escluso l’arcivescovo) inutilmente impegnate da mesi nella mia cattura.
(Peppino Tagliente)