“Il museo diffuso è solo un primo momento di un progetto che intendiamo realizzare riesumando i cetacei spiaggiati a Punta Penna ed esponendo i loro scheletri in una struttura”. L’assessore al turismo, Licia Fioravante illustra gli obiettivi dell’amministrazione comunale. Lo fa a margine dell’inaugurazione del museo diffuso del capodoglio che ha coinciso con lo spiaggiamento di sette cetacei avvenuto il 12 settembre 2014. I sette esemplari di capodoglio si arenarono sulla spiaggia di Punta Penna, quattro di loro riuscirono a salvarsi e riprendere il largo grazie alla grande mobilitazione di cittadini ed enti. Gli altri tre sono sepolti in una località segreta.
A distanza di nove anni da quell’evento la giunta ha deciso di ricordarlo installando una coda di capodoglio confezionata con cime nautiche di recupero vicino al Centro visite della riserva di Punta Aderci e pannelli illustrativi lungo la passerella retrodunale andata distrutta nell’incendio dell’agosto 2020 e parzialmente ricostruita.
“Da quando mi sono insediata ho subito sentito l’esigenza di dover valorizzare questo avvenimento, che è stato tragico per alcuni versi, ma straordinario per altri”, commenta Fioravante, “perché grazie alla mobilitazione di questa comunità è stata restituita la vita a quattro esemplari. Per noi è motivo di orgoglio e di vanto . Faremo di questo evento una occasione di promozione e questo ci spinge a credere che quei capodogli che persero la vita sulla spiaggia di Punta Penna e che furono sepolti in un posto segreto debbano essere in qualche modo valorizzati. La speranza è quindi quella di poter andare avanti, grazie a degli aiuti economici, per analizzare gli scheletri dei capodogli, riesumarli ed esporli, in modo da realizzare il vero museo del capodoglio. Si tratta di un patrimonio di questa città che vogliamo valorizzare. E’ un progetto ambizioso che definisco un sogno, ma non smetto di sognare. L’impegno è quello di raggiungere questo obiettivo”, conclude la vice sindaca.
Sull’inaugurazione del museo diffuso interviene anche il consigliere regionale Pietro Smargiassi (M5S). “Ho fortemente voluto questo museo per stimolare riflessioni in tutti noi ma soprattutto per le nuove generazioni, al fine di comprendere che comportamenti irresponsabili possono generare conseguenze nefaste sul nostro ecosistema ”, dichiara Smargiassi“, è stato un lungo percorso, cominciato l’anno successivo allo spiaggiamento. Ho presentato emendamenti, in tutti gli anni del mio mandato, per la realizzazione di questo spazio della memoria e poi ottenuto due anni fa il finanziamento regionale. Un percorso che trova la sua degna conclusione con l’apertura al pubblico di questo spazio museale. Spero sia solo l’inizio di un lavoro che, al suo totale compimento, dovrà vedere altre opere per la sua completa fruizione” .
Anna Bontempo (Il Centro)