“Un evento meteo eccezionale e non prevedibile può ovviamente causare danni anche gravi. Un disastro gli alberi abbattuti dal vento forte come mai prima nelle nostre zone. La prevenzione e una buona gestione degli alberi avrebbe sicuramente ridotto i danni, ma non annullato completamente. Da tecnico del settore, non da botanico integralista, mi permetto di evidenziare come i pini caduti appartengono più o meno tutti alla specie Pinus halepensis, il Pino d’Aleppo, che per sua natura a maturità ha una chioma asimmetrica e pertanto la vegetazione non è distribuita in maniera uniforme e questo squilibrio di peso può comportare, come è successo per l’ennesima volta, la caduta di questa tipologia di Pino”. Commenta così in un post su Facebook, Luigi Cinquina in merito a quanto accaduto la notte scorsa dove a seguito delle forti raffiche di vento sono caduti molti alberi.
“L’abbattimento preventivo di un’altra specie di Pino, il Pinus pinea, che presenta un habitus equilibrato, non ha assolutamente risolto il problema del rischio caduta del Pino d’aleppo. Parliamo – continua Cinquina – i due alberi diversi, due specie diverse dove ognuna ha un proprio comportamento: da qui la critica assolutamente tecnica del recente provvedimento di abbattimento di alberi sani e perfettamente stabili, almeno da una valutazione visiva. Viceversa, sempre da tecnico e sempre a seguito di valutazioni fatte con cognizione sull’argomento, più volte ho affermato che se piante sbagliate sono state sistemate in passato in posti sbagliati e queste sono un pericolo per l’incolumità, l’abbattimento può essere preso in seria considerazione, perché l’incolumità pubblica vale più di qualsiasi albero”.
“Per quanto riguarda la pericolosità degli alberi, questi non sono assolutamente pericolosi ma lo possono diventare se gestiti male e senza competenza. Succede che una potatura estrema che elimina tutte le ramificazioni principali e secondarie di un albero, altera l’equilibrio vegetativo e genera nuovi rami con angoli di inserzione stretti, verticali, che nel punto di attacco sono deboli e possono spezzarsi nel corso del tempo. In altre parole una potatura sbagliata genera alberi potenzialmente pericolosi, ma che prima non lo erano. Da qui i tanti rami spezzati, in quanto un peso mal distribuito e non equilibrato porta a situazioni in cui basta un vento un pò più forte di una brezza per far spezzare e cadere rami che, se solidamente inseriti, sarebbero rimasti sulla pianta, senza cadere. Penso ad esempio ai cipressi di via del cimitero, che sono alberi di oltre 100 anni, che hanno vissuto tanti eventi climatici estremi nel tempo e che si sono spezzati”.
“Secondo me – prosegue e conclude Cinquina – c’è stato un intervento di potatura di quegli alberi qualche anno fa, in cui spesso gli operatori hanno lasciato un ciuffo apicale del fogliame, tagliando tutto il resto. Ecco, penso che quel peso della vegetazione concentrato esclusivamente in una porzione apicale, abbia determinato la caduta dei soggetti di cipresso italico. Un evento meteo estremo ed imprevedibile può fare danni, non bisogna inveire contro nessuno perché parliamo appunto di evento estremo, ma la manutenzione competente del patrimonio del verde pubblico avrebbe sicuramente contribuito a contenere i danni. Le chiome fitte e per niente alleggerite, i rami esili e verticali per la mancanza degli equilibri vegetativi alterati irrimediabilmente da una potatura errata, insieme alla scelta di piante sbagliate sistemate nei posti sbagliati perché nessuno conosce il comportamento di un albero una volta messo nel terreno, possono giustamente creare pericoli da parte di esseri che nascono e vengono piantati, nelle intenzioni, con ben altri obiettivi”.