Solenne commemorazione ieri a Vasto della Strage di Nassiriya avvenuta 20 anni or sono nel corso della missione di pace “Antica Babilonia” che aveva portato un contingente italiano in Iraq. Una strage nella quale persero la vita 28 italiani 19 dei quali di nazionalità italiana-
A Vasto la cerimonia è stata particolarmente solenne poiché è stato inaugurato il nuovo monumento eretto a lato del Monumento al Carabinieri inaugurato il 9 dicembre del 2014. L’Amministrazione Comunale di Vasto, raccogliendo la richiesta dell’Associazione Nazionale Carabinieri, ha collaborato al completamento del monumento dove oggi sono state sistemate le edicole sulle quali sono stati incisi i nomi di tutte le vittime di quella tremenda e vile azione terroristica.
La cerimonia ha avuto inizio con la celebrazione di una Santa Messa da parte di don Gigi Giovannoni, salesiano operante nella nostra Città, che nella sua breve ma sentita omelia ha ricordato il valore del sacrificio per la Patria e la speranza della resurrezione che mai deve abbandonare nel suo cammino di fede.
Alla sentita e partecipata cerimonia hanno preso parte i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma cittadine, degli scout e delle autorità civili tra cui il sindaco Francesco Menna, il vicesindaco Felicia Fioravante, gli assessori alla Cultura Nicola Della Gatta e all’Istruzione Anna Bosco, il senatore della Repubblica Etelwardo Sigismondi, i consiglieri comunali Giuseppe Forte, Luigi Marcello e Francesco Prospero.
Il Colonnello Francesco D’Amelio, ispettore dell’Associazione Nazionale Carabinieri d’Abruzzo, nel ringraziare l’Amministrazione Comunale di Vasto e la locale sezione dell’A.N.C., ha ripercorso i tragici fatti del quel 12 novembre del 2003 mettendo in risalto la solidarietà che l’intero popolo italiano manifestò in quella dolorosa circostanza nei confronti delle istituzioni..
“Quel brutale atto di sangue – ha detto il sindaco Francesco Menna nel corso del suo intervento – ci trascinò, per la prima volta direttamente, in quello che sarebbe stato il primo conflitto in armi del nuovo millennio, dell’era della comunicazione interattiva permanente, in cui un inedito integralismo religioso – soprattutto a seguito dei fatti dell’11 settembre 2001 – pesava come una forza misteriosa ed irreversibilmente pericolosa. Tutta la storia che da lì ci conduce ad oggi è intessuta di timori ed incertezze; di paure che, spesso, ci invitano a credere che sia meglio pensare a noi stessi, a salvaguardare la nostra stabilità, piuttosto che compromettersi per gli altri, lavorare insieme per costruire il bene di tanti. I nostri valori sono la nostra identità e fondano del nostro esistere nel mondo. Dobbiamo essere, perciò, onorati di difenderli – ciascuno nella propria quotidianità, con le molteplici attitudini e professionalità – sperimentando efficacemente cosa voglia dire servire nell’attualità del nostro tempo. I nostri caduti nelle missioni di pace, ai quali oggi rendiamo doveroso omaggio, sono intramontabile testimonianza di quanto sia rischioso il cammino della pace: come richieda integrità morale e spirito di sacrificio. A quanti, militari e civili, operano con professionalità e grande generosità nelle più travagliate regioni del mondo, simbolo di un impegno forte a tutela dei valori su cui si fonda la nostra Costituzione, va la nostra più sincera gratitudine”.
Ha fatto, quindi seguito la cerimonia di scoprimento delle edicole e del monumento con la successiva deposizione di una corona di alloro. Il cerimoniale è stato chiuso dalla deposizione di un omaggio floreale da parte della prof.ssa Vittoria Marchioli, madre del generale di divisione Massimo Masciulli, del sen. Sigismondi e del luogotenente Antonio Spinelli. Quest’ultimo, all’epoca giovanissimo militare, era in servizio quel 12 novembre 2003 a Nassiriya e fu testimone dell’attentato.