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Cinghiali da abbattere nelle riserve, la Regione dá l’ok

C’è il via libera del comitato di coordinamento regionale Via (valutazione di impatto ambientale) al piano triennale di monitoraggio e controllo dei cinghiali nelle riserve naturali di Punta Aderci e di Marina di Vasto. Il parere favorevole è stato depositato ieri dopo la video conferenza di giovedì scorso, nel corso della quale sono state acquisite le audizioni dell’architetto Gisella La Palombara, dell’ufficio ambiente del comune di Vasto e del biologo Fabio De Marinis, il professionista incaricato per la redazione del piano.

Entrambi hanno escluso – si legge nel parere – “l’utilizzo della braccata e della girata”. Rassicurazioni sono state fornite, inoltre, sul calendario degli abbattimenti “che sarà concordato con i gestori delle due riserve, escludendo i periodi e gli orari di maggior frequentazione. Infine, qualora ci si dovesse rendere conto che in alcuni contesti non è possibile intervenire con la tecnica dell’abbattimento selettivo da appostamento fisso, si opterà per la cattura tramite recinto”.

Tutti i cinghiali catturati durante le operazioni di controllo saranno trasferiti nei centri di sosta o raccolta e successivamente nei centri di lavorazione autorizzati.
Soddisfatto per l’esito positivo l’assessore all’ambiente, Gabriele Barisano.

Il piano triennale – un dossier di 84 pagine in cui viene analizzato il fenomeno in tutti i suoi aspetti ed elencati gli interventi per contenere la popolazione di ungulati – ha censito 276 cinghiali, di cui 235 nella riserva naturale di Punta Aderci e 41 a Marina di Vasto.

Secondo De Marinis “siamo in presenza di una popolazione in ottima salute ed in forte espansione demografica, con una preponderanza delle classi giovanili e con una netta prevalenza delle femmine (oltre il 70%).

Il biologo evidenzia come l’eccessiva presenza di cinghiali ha un forte impatto sia sulle colture agricole, sia sulla circolazione stradale. “Se nel primo caso si tratta esclusivamente di danni economici”, annota il professionista, “nel secondo caso, invece, oltre al danno economico sulle vetture danneggiate, si profila un vero e proprio problema di sicurezza stradale che genera allarme e paura”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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