Meo, che si arrangia con lavori nei campi, nella notte avrebbe ammesso le proprie responsabilità davanti ai carabinieri poi, nel corso dell’interrogatorio in Procura a Vasto, fissato per mezzanotte e mezza, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Ad incastrarlo ci sarebbero le immagini delle telecamere di videosorveglianza del paese. Ritrovati il coltello, che l’uomo aveva con se e che era stato gettato in una sorta di dirupo, e gli oggetti preziosi sottratti alla donna, e la cui mancanza aveva insospettito i familiari che si sono rivolti ai carabinieri. In un primo momento, ovvero il giorno stesso del ritrovamento del cadavere, la morte era stata attribuita a cause naturali. Ma sia la mancanza dei preziosi, fra i quali la fede, un paio di orecchini, una collanina e una somma di denaro, sia una ferita, avevano destato sospetti.
L’autopsia, effettuata ieri dal medico legale, Pietro Falco, ha evidenziato la ferita da arma bianca all’emitorace sinistro, un fendente che ha raggiunto il polmone. Il 59enne, che vive vicino a casa della vittima, è accusato di omicidio volontario aggravato, rapina pluriaggravata e di porto senza giustificato motivo di strumento atto a offendere, anche in questo caso aggravato. L’inchiesta dei carabinieri è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Silvia Di Nunzio. Meo è difeso dall’avvocato Luigi Masciulli. (Ansa Abruzzo)