“L’Abruzzo ha il peggior differenziale d’Italia tra i livelli essenziali di assistenza 2022 rispetto a quelli del 2021: in sostanza la regione è ultima. Forse Marsilio e la sua Giunta nelle loro dichiarazioni entusiastiche leggono le classifiche al contrario, vero è che abbiamo rimediato una figuraccia nazionale. Già l’analisi del Ministero della Salute è stata impietosa, la classifica generale analizzata poi dalla Fondazione ci colloca ultimi e con 30,86 punti in meno rispetto al 2021. Ci vuole coraggio, anzi, faccia tosta, a definire la sanità abruzzese un modello, mentre si tagliano servizi e prestazioni agli utenti a causa del disavanzo. Ce ne vuole anche a restare inerti mentre crescono le liste di attesa anche sulle urgenze e si costringono gli abruzzesi a fuggire e a non fare prevenzione, come confermano i dati ministeriali sui Lea che vedono proprio nell’area prevenzione il nostro maggior problema. Serve un cambio di passo per salvarci da un nuovo commissariamento, sempre più vicino per l’enorme deficit che le Asl abruzzesi stanno accumulando e per evitare che l’autonomia differenziata affondi definitivamente l’Abruzzo: questo conferma l’osservatorio della Fondazione, che completa la fotografia di una sanità allo sbando, senza governance, come ormai da anni denunciamo”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, commenta l’analisi dell’ente tecnico della sanità.
“I numeri, comparati agli anni precedenti, descrivono un vero e proprio declino – incalza Paolucci – . Va male anche il punteggio totale LEA, che nella classifica relativa ci vede in coda, nella zona rossa, al sestultimo posto, con 184,59 punti, situazione che racconta un Abruzzo incapace di assicurare prevenzione (49 il punteggio, mentre la sufficienza dovrebbe essere 60) e al di sotto anche di altri importanti parametri nelle tre aree di analisi (quella ospedaliera e quella sugli allarmi-target per l’emergenza, oltre la prevenzione). Il monitoraggio del Ministero della Salute 2022 e la debacle sulle cure essenziali che emerge, conferma l’aggravamento della frattura strutturale tra Nord e Sud d’Italia e vede l’Abruzzo inadempiente proprio quando entra in vigore la legge sull’autonomia differenziata quando il divario Nord Sud aumenta e la Giunta Marsilio va registrare all’Abruzzo la performance (per differenza) peggiore.
Questo deve allarmarci, perché se abbiamo una posizione già di tale svantaggio prima che entri in vigore, non osiamo pensare agli effetti reali che provocherà sui cittadini e sul nostro comparto sanitario, già provati da una gestione che non offre rimedi all’altezza dei problemi e delle sfide”.