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Contro l’autonomia differenziata, nasce il comitato referendario provinciale di Chieti

Una firma per l’Italia. Unita, libera, giusta. Con queste parole d’ordine, si è avviata ufficialmente anche nella provincia di Chieti la campagna referendaria contro l’autonomia differenziata voluta fortemente dal Governo nazionale. Con l’approvazione del Ddl Calderoli (legge 26 giugno 2024, n. 86) si rende l’Italia più debole, e le regioni più povere.

Nella sala Torrese della Cgil di Chieti si è svolta ieri la prima riunione operativa del comitato referendario provinciale contro l’autonomia differenziata. Il comitato è composto da: Acqua Bene Comune Chieti, WWF Chieti-Pescara, WWF Zona Frentana e Costa Teatina, 5 Stelle, Partito Democratico, Sinistra Italiana, CGIL, Verdi Europa, Rifondazione Comunista, UIL, Italia Viva, ALI (autonomie locali italiane) Abruzzo, Libera, ACLI, ANPI, Partito Socialista Italiano, Legambiente, Federconsumatori Abruzzo, Salviamo la Costituzione, UDU.

A breve saranno diramati i calendari per la raccolta firma che interesserà tutti i centri della Provincia; è possibile firmare anche on line accedendo al seguente link: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/…/dett…/500020

Nel corso della riunione ci si è coordinati per una presenza capillare sia sulla zona costiera che nelle are interne per raggiungere quanto prima gli obiettivi.

La legge sull’autonomia differenziata rompe l’unità e la solidarietà del Paese, crea 20 statarelli che dovrebbero gestire la sanità, l’istruzione, l’ambiente, la mobilità, le infrastrutture, gestire il sociale, politiche industriali ed energetiche, contratti di lavoro regionali ecc. ecc.

Sono ben 22 le materie che potrebbero finire nella competenza esclusiva delle regioni creando diseguaglianze tra cittadini in netto contrasto con la nostra Costituzione che riconosce la Repubblica una e indivisibile, che persegue l’uguaglianza dei cittadini attraverso il dovere della solidarietà.

L’autonomia differenziata colpisce pesantemente le regioni del SUD ma avrà ripercussioni anche in quelle del Nord.

Una visione del Paese che va fermata attraverso un referendum abrogativo della legge n°86 del 2024. Per farlo servono 500.000 firme a livello nazionale e per questo si è costituito un comitato promotore composto a livello nazionale da un vasto fronte di partiti dell’opposizione e di sindacati e associazioni.

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