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Vignola, la relazione del Comune

L’ambiente costiero del sito di progetto non consente la realizzazione d’interventi di ripristino e rinaturalizzazione del sistema dunale in quanto in questo tratto di litorale non sono presenti formazioni dunali da ripristinare”. E’ uno dei passaggi-chiave della relazione inviata dal Comune al Comitato regionale per la valutazione di impatto ambientale (Ccr-Via) che aveva chiesto all’ente di “motivare adeguatamente la scelta progettuale”.

Il progetto in questione è quello che riguarda Vignola, località della costa interessata da fenomeni erosivi, al centro di una querelle tra i surfisti aderenti al Comitato Litorale vivo e l’amministrazione comunale che dalla Regione ha ricevuto 3,5 milioni di euro per intervenire in quel tratto di litorale. Il progetto, redatto dall’ingegner Alessandro Mancinelli, prevede il posizionamento di barriere di rocce artificiali (frangiflutti).

Un intervento su cui il sodalizio, che ha anche presentato un ricorso al Tar di Pescara, ha manifestato la sua netta contrarietà. Chiamato a motivare la scelta progettuale il Comune ha trasmesso al Comitato regionale una relazione di dieci pagine, firmata dall’ingegner Mancinelli.

L’ambiente costiero del sito di progetto non consente la realizzazione d’interventi di ripristino e rinaturalizzazione del sistema dunale in quanto in questo tratto di litorale non sono presenti formazioni dunali da ripristinare”, scrive il docente universitario, “la componente morfologica delle spiagge del tratto costiero in esame risulta costituita da materiale ghiaioso grossolano e ciottoloso incompatibile con la presenza di habitat dunali mediterranei dove prevale una componente sabbiosa o al massimo sabbiosa‐ghiaiosa”.

Secondo l’ingegner Mancinelli “il progetto di protezione costiera ha tenuto conto dell’indicazione del piano di difesa della costa andando a valorizzare l’ambiente marino sommerso che presenta ancora significativi elementi ecosistemici di valore, al contrario di buona parte dell’ambiente costiero che risulta caratterizzato da sistemi morfologici vegetazionali in parte compromessi dalla presenza e pressione di elementi antropici e di difficile rinaturalizzazione in quanto giacenti su aree private”.

Nell’ultima parte della relazione viene descritto l’intervento previsto “finalizzato a contenere l’erosione progressiva in atto attraverso opere di difesa costiera sommerse”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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