“Quello che è successo a Ferragosto nella riserva di Punta Aderci non si deve ripetere. Dobbiamo trovare soluzioni per limitare l’afflusso”. L’assessore all’ambiente Gabriele Barisano commenta l’assalto alla spiaggetta di Punta Penna, trasformata il 15 agosto in un tappeto di ombrelloni, gazebo e tende senza soluzione di continuità. Per non parlare del parcheggio “selvaggio” , delle reti per il beach volley fatte smontare dalla guardia costiera pena il sequestro, delle casse di birra, dei tavoli e perfino delle rudimentali transenne fatte utilizzando del nastro bianco e rosso. Una cosa del genere, secondo i gestori, che si sono messi letteralmente le mani nei capelli, non era mai successa.
Le foto che stanno girando in queste ore sui social parlano di una situazione ingestibile, di un assedio in piena regola, nonostante l’intervento dell’ufficio locale marittimo e della polizia locale che con i loro controlli e con le multe elevate hanno cercato di limitare i danni.
“Da tre mesi stiamo ragionando sul regolamento della riserva di Punta Aderci per disciplinare le modalità di utilizzo dell’area protetta”, ricorda Barisano, “dobbiamo far capire che non si può fare tutto quello che si vuole e che il rispetto per l’ambiente viene prima di tutto. Dobbiamo trovare anche il modo per limitare l’afflusso: può essere il parcheggio a pagamento o un biglietto d’ingresso. L’importante è individuare la soluzione per impedire che succeda di nuovo quello che si è verificato a Ferragosto. Porterò il problema all’attenzione della maggioranza”, conclude l’assessore che si è sempre mostrato possibilista nell’individuare soluzioni per limitare l’impatto antropico.
Reazioni e commenti indignati anche dal mondo ambientalista.
“Diciamo da anni che Punta Aderci deve avere un sistema di accesso controllato, con sistemi filtro usati in tutto il mondo”, sostiene Augusto De Sanctis della Soa (Stazione ornitologica abruzzese, “non necessariamente il biglietto a pagamento, visto che la Regione investe fondi ordinari ogni anno, ma, ad esempio, prenotazioni online, come si fa alle Gole di Celano.
Gestione è sinonimo di organizzazione. Altrimenti aboliamoli, riserve e ufficio parchi, visti questi drammatici risultati”, chiosa De Sanctis.
De Sanctis ricorda che “ai comuni vengono assegnati fondi per la gestione e la sorveglianza e che esiste un fantomatico ufficio parchi regionale che dovrebbe coordinare e dare le direttive per attuare le norme di tutela previste dalla legge del 1996. Nonostante le plurime segnalazioni indignate inviate in ogni modo (dalla telefonata più o meno cordiale alle PEC ai comunicati stampa), ci troviamo con le aree protette abruzzesi trasformate in un vero e proprio suk”.
Anna Bontempo (Il Centro)