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L’80% delle cozze è morto, settore in ginocchio

Storia, tradizione, decenni di lavoro al largo della cost . L’estate 2024 ha distrutto tutto : la mucillagine e il riscaldamento delle acque marine hanno messo in ginocchio i tre impianti di molluschicoltura al largo della costa vastese.

A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.

“Questa mattina (ieri ) abbiamo raggiunto il vivaio e abbiamo trovato una situazione desolante –  racconta a Il Centro  Maurizio Di Pietro, titolare dell’omonimo impianto nonchè presidente dell’organizzazione di produttori (Op) Acquacoltori della Costa dei Trabocchi. Nell’issare le coltivazioni hanno scoperto che l’80% delle cozze era morto . Qualche giorno fa l’imprenditore e gli operatori del settore di tutta la Costa dei Trabocchi avevano avuto un primo incontro con il vice presidente della giunta e assessore regionale Emanuele Imprudente . Nei prossimi giorni è in programma un secondo incontro . La situazione è drammatica . Alla crisi economica e alla frenata del settore auto , si aggiunge ora un flagello che ha colpito il settore ittico .Le ondate di calore marino e le mucillagini hanno alterato profondamente l’ecosistema marino, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie autoctone. Alcune specie sono già scomparse dall’Adriatico, mentre altre sono state sostituite da specie più resistenti al caldo. La ricomparsa della mucillagine ha creato altri problemi . E’ necessario  individuare possibili interventi a sostegno degli operatori”.

Sono almeno 50 gli operatori che perderanno il lavoro a causa della moria di cozze.

” Tutto ciò che avevamo  è stato raccolto morto. Questi vivai producevano circa 25 quintali di cozze l’anno. Non c’è più nulla , neppure la semina per il 2025.  Un danno enorme.   Abbiamo perso 7.000 quintali di mitili già adulti, e circa l’80% del novellame che corrisponde a 10.000 quintali. Una volta cresciuto il novellame avrebbe prodotto 25mila quintali di mitili. La cosa più triste è che perdendo il seme la raccolta dei prodotti per il commercio non avverrà prima di due anni . Dovremo ripartire da zero sperando che le condizioni climatiche non vanifichino anche il prodotto futuro “.

I miticoltori sono disperati . Il problema non riguarda solo Vasto e l’Abruzzo ma l’intero Adriatico . Le temperature elevate delle acque marine, hanno provocato anossia , ossia assenza di ossigeno nei tessuti dei mitili. Gli operatori sperano di avere indennizzi o la rateizzazione degli importi dovuti al fisco e agli enti previdenziali almeno per i prossimi due anni.

” Abbiamo chiesto il riconoscimento dello stato di calamità”, fa sapere Maurizio Di Pietro .” La speranza è che grazie agli enti preposti e le istituzioni ai vari livelli ci vengano incontro e riconoscano il dramma che la categoria sta vivendo “.

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