In corsia come in trincea. Per medici e operatori sanitari è sempre più difficile affrontare un lavoro reso spesso critico dalla mancanza di mezzi e spazi adeguati. L’utenza sempre più spesso decide di scaricare la propria rabbia sui camici bianchi.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del Centro, è la collega Paola Calvano. Nell’ampio servizio pubblicato stamane
dal quotidiano dell’Abruzzo, la collega ha riportato la denuncia di Raffaello Villani, segretario territoriale della FSI-USAE. Che ha dichiarato:
” I medici sono diventati il capro espiatorio. Durante i mesi estivi non sono mancati episodi di intolleranza anche nei presidi della Asl Chieti-Lanciano -Vasto”.
Le unità operative di Emergenza Urgenza sono sempre più affollate e in queste condizioni di lavoro devono mettere in conto anche la possibile intemperanza di un utente insoddisfatto. Le aggressioni fisiche e verbali secondo la Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) non si contano più.
” In Puglia – ha aggiunto Villani – è stato raccolto l’allarme lanciato dalla FSI-USAE. Il futuro può fare davvero paura, tanto che molti giovani medici, spinti a cercare condizioni di formazione e di lavoro migliori, scappano all’estero. La FSI-USAE da tempo denuncia queste situazioni e chiede con forza una legge nazionale per difendere chi lavora duramente negli ospedali. I camici bianchi lavorano in estrema difficoltà e pressioni. La questione andrebbe affrontata il prima possibile “.
Ormai è emergenza anche nel nostro territorio. Il caso più recente e più grave a Lanciano per un uomo che si è presentato al pronto soccorso armato di coltello.