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Antonio Dazio: uomo di profonda cultura, legato ai valori del sociale. Presentato a Vasto  il libro che racconta la sua storia.

 

L’iniziativa programmata dalla Società Vastese di Storia Patria Luigi Marchesani, con il patrocinio del Comune di Vasto, mercoledì 11 settembre presso palazzo d’Avalos, su di un personaggio dell’ottocento abruzzese vissuto tra metà ottocento  e prima metà del ‘900, Antonio Dazio (nato a San Vito Chietino nel 1859), è di quelle che rimangono a lungo nella memoria. 

Il testo scritto dal nipote omonimo, “UOMINI NOSTRI DI FEDE E DI CUORE, Antonio Dazio socialista, fratello dei poveri” (Mondo Nuovo editore 2024),  tratteggia una  figura di filantropo, un nobile che sposa la causa dei poveri e degli sfruttati, poiché legato ai valori del sociale, avvocato ma anche intellettuale con una profonda cultura letteraria. 

In apertura i saluti della presidente della Società vastese di Storia Patria Gabriella Izzi Benedetti che dopo i ringraziamenti di rito ha spiegato il valore della conoscenza storica ed ha portato i saluti dell’assessore alla cultura dott. Nicola Della Gatta trattenuto fuori sede e letto il bell’intervento del prorettore dell’Università G. D’Annunzio prof. Carmine Catenacci impossibilitato per motivi accademici. Poi la parola è andata all’avv. Federico Gentilini che ha introdotto il tema e moderato l’evento, invitando innanzitutto la pianista Mirella La Verghetta e il tenore Andrea De Nicolis a eseguire la prima delle romanze di Francesco Paolo Tosti, romanze che hanno accompagnato altri momenti della serata. 

Federico Gentilini ha messo in luce la personalità dell’autore, discendente della nobile famiglia dei Lucà Dazio. L’autore Massimo Antonio Lucà Dazio, come il nonno,  è avvocato. E’ inoltre imprenditore, Agente generale INA Assitalia, ha un ruolo nel Ministero per i Beni e le attività culturali e molto altro. I suoi possedimenti agricoli in San Vito Chietino dove risiede gli permettono di produrre ed esportare vini di pregio con riconoscimenti a livello internazionale. 

E’ seguito un dialogo fra il giornalista Stanislao Liberatore e Massimo Antonio Lucà Dazio con domande mirate ed efficaci che hanno permesso all’autore di ripercorre molti episodi legati alla vita dell’antenato, parlare della sua vivacità intellettuale, delle amicizie fra le quali quella con il patriota triestino Guglielmo Oberdan che sognava l’annessione di Trieste e non solo all’Italia e ha pagato con la vita la sua passione politica. Antonio Dazio fu amico anche di Giovanni Bovio, del filosofo Bertrando Spaventa e di Gabriele d’Annunzio. Tra domande e risposte si è creata una fitta rete di suggestioni storiche. 

Infine il plurilaureato Marzio Cimini ha incantato il pubblico tratteggiando la figura del d’Annunzio la sua amicizia con Antonio Dazio, ha illustrato molti aspetti suggestivi del mondo abruzzese e recitato stupendamente poesie di D’Annunzio. 

La serata si è conclusa con l’esecuzione della splendida romanza tostiana “Malia”. Il pubblico, giunto in buon numero, ha dimostrato di aver apprezzato particolarmente l’iniziativa. Si spera che la conoscenza di questa figura di filantropo, così importante sul piano etico, in un’epoca tanto distratta in tal senso, tanto legata ai valori materiali, all’immagine, al narcisismo, possa divenire un esempio e una guida. Sarebbe importante che docenti e dirigenti scolastici ne diffondessero l’approfondimento.

Società Vastese di Storia Patria

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