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Civeta, scontro sul nuovo direttore generale

Dalle dichiarazioni soddisfatte di alcuni sindaci del Vastese, alla netta contrarietà della minoranza consiliare di Cupello. Fa discutere la nomina, ormai imminente, di Manuele Marcovecchio a direttore generale del Civeta. L’ex consigliere regionale di Forza Italia è risultato primo in graduatoria nella procedura concorsuale attivata dalla società che gestisce il polo impiantistico di Valle Cena e portata avanti da una ditta esterna. La notizia, anticipata dal Centro, ha dato la stura ad una serie di commenti.

“Sono sempre più convinto che il Civeta abbia bisogno di un direttore generale”, sostiene Filippo Marinucci, sindaco di Casalbordino, “l’ho detto a suo tempo all’assemblea dei soci e lo ribadisco. Io non faccio politica, voglio solo il bene del Civeta. La figura del direttore generale è necessaria perché bisogna cambiare passo”, conclude Marinucci, che esprime una posizione contraria a quella della sua omologa di San Salvo, Emanuela De Nicolis, secondo la quale “non è questo il momento di assumere un direttore generale visto che il Civeta sta attraversando un periodo storico di transizione, in condizioni economiche non ottimali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda di De Nicolis ci sono i sindaci Catia Di Fabio (Monteodorisio) e di Villalfonsina (Mimmo Budano). Favorevoli invece sono i colleghi Francesco Menna (Vasto), Graziana Di Florio (Cupello), Daniele Carlucci (Scerni) e Luigi Gizzarelli (Pollutri).

Parla di “accordo trasversale” il capogruppo consiliare di Officina Cupello, Dario Leone.

“Esprimiamo la nostra più ferma e radicale opposizione all’accordo trasversale che ha portato all’introduzione di un direttore generale nel Civeta individuato, a seguito di una poco trasparente selezione, nella figura di Marcovecchio”, attacca Leone, “dopo mesi di ombre e di totale assenza di chiarezza, il primo “raggio di sole” rivela e conferma la natura politica della visione del territorio a firma di pezzi del centrosinistra e pezzi di centrodestra: un poltronificio, pronto da statuto a dotarsi di un direttore generale da 100.000 euro annui a fronte di una condizione economica preoccupante. È fondamentale”, prosegue il capogruppo consiliare di Officina Cupello, “ che in modo altrettanto trasversale, si costruisca un fronte istituzionale e politico comune con chiunque – indipendentemente dall’appartenenza politica – non condivida questa decadenza che tutela l’interesse di pochi a danno di quello di tutti gli altri, iniziando finalmente un’azione che sia incisiva e vada democraticamente ben oltre i giornali. Una decisione, quella che abbiamo appreso questa mattina (ieri per chi legge ndc), che dimostra l’assenza del merito e la totale indifferenza riguardo alle ripercussioni drammatiche sulla cittadinanza”, conclude Leone.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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