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Civeta, la posizione del consigliere comunale Nicola Argirò

“I sindaci si fermino a riflettere tutti insieme per ritrovare unità d’intenti sui veri obiettivi del nostro territorio, al fine di rilanciare il ruolo del Civeta”. E’ l’invito che Gabriele Marchese, ex presidente del Consorzio, rivolge agli amministratori del territorio dopo la bagarre politica scatenata dall’assunzione di un direttore generale. La nomina, ormai imminente di Manuele Marcovecchio, ex consigliere regionale in quota a Forza Italia, risultato primo della graduatoria di cui il consiglio d’amministrazione ha preso atto nei giorni scorsi, ha dato la stura a prese di posizioni contrarie e favorevoli. Per Marchese bisogna andare oltre e “ritrovare unità di intenti”.  

“Il Consorzio, nel corso degli anni – certo con pregi e difetti – ha portato avanti progetti ambiziosi: dalla lavorazione dell’organico per la realizzazione del compost fino ad arrivare alla gestione e raccolta dei rifiuti in diversi comuni”, ricorda l’ex sindaco di San Salvo, “tra gli obiettivi vi era quello di costruire un’azienda moderna di igiene ambientale al servizio del territorio e dell’ambiente: invece, con il passare degli anni – grazie alla politica che ha fatto scelte che hanno determinato una cattiva gestione – questi obiettivi sono venuti meno. I ritardi accumulati dal Civeta nel diventare Azienda rischiano di essere letali per il suo futuro, grazie anche alla non piena attuazione della legge di riforma degli ambiti territoriali ottimali. Infine, le scelte ondivaghe degli ultimi tempi – prima la trasformazione in Spa, poi il ritorno a Consorzio – hanno creato incertezza, confusione e lacerazioni tra i sindaci, fino ad arrivare al bando per la nomina del direttore generale”.

Fin qui Marchese, ma il dibattito si arricchisce anche di altre posizioni. Come quella di Nicola Argirò, consigliere comunale di minoranza a San Salvo, che pur avendo abbandonato l’aula insieme ai colleghi di opposizione durante l’assise civica convocata sul Civeta, fa dei distinguo.

“Sono favorevole alla regressione in Consorzio per non perdere i fondi del Pnrr”, spiega Argirò, “nel mio intervento ho apprezzato la maggioranza quando ha scelto la linea del rigore sullo stipendio del direttore generale. Ho evidenziato, e la maggioranza l’ha accolto in un sub emendamento, che tale figura avrebbe potuto percepire uno stipendio base legando il resto al premio di produttività, quindi a dei risultati concreti. La mia non partecipazione al voto è stata determinata solo dal fatto che la maggioranza ha proposto e votato un emendamento che di fatto cancellava la figura del direttore generale che non ritengo fattibile come soluzione. Per il resto mi ritengo soddisfatto della linea del rigore scelta dall’amministrazione comunale rispetto ad uno stipendio troppo alto”.

Anna Bontempo

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