I lavori per la costruzione del binario ferroviario al porto di Punta Penna non ancora decollano.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.
Ieri i rappresentanti di AssoVasto lo hanno ribadito a margine di un incontro sulla riorganizzazione industriale, all’assessore regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca. Il progetto c’è, i finanziamenti pure, ma i lavori non partono. Pare che a intralciare l’avvio sia la necessità di eseguire verifiche che escludano la presenza nella zona di reperti archeologici e/o residuati bellici. Le industrie non sono affatto convinte e il malumore cresce contestualmente all’attesa. A maggior ragione se si considera che un colosso come Pilkington attende da 15 anni che venga finalmente portata la linea ferrata in porto. Gli stessi sindacati ribadiscono che ridurre i costi di trasporto su gomma sono fondamentali in un momento di grande crisi per il settore industriale.
Un anno fa a Punta Penna vennero eseguiti anche rilievi fonometrici preliminari ai lavori di costruzione dell’ultimo miglio ferroviario, a cura dell’Iride (Istituto per la ricerca e l’ingegneria dell’ecosostenibilità . Il 2024 non ha portato nulla. Il Vastese si aspetta che la Zes unica funzioni come funzionava la Zes guidata dal commissario Mauro Miccio.
Il tratto ferroviario è infatti importantissimo per il futuro dell’economia locale. Consentirà il carico e scarico intermodale delle merci dalle navi ai convogli e viceversa, senza la necessità di un ulteriore trasbordo su gomma. Nelle intenzioni, l’infrastruttura servirà non solo a velocizzare i trasporti, ma anche a ridurre il transito di camion e, di conseguenza, lo smog a ridosso della Riserva naturale di Punta Aderci, contigua al bacino portuale.