La crisi ambientale che caratterizza la contemporaneità ha tra le sue maggiori cause la produzione di cibo, responsabile di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra; negli ultimi quindici anni tali emissioni sono aumentate di circa il 15% ed è sempre più marcata la distanza tra ciò che suggeriscono gli studi scientifici e le scelte messe in campo dai governi.
Il modello neoliberista considera il cibo come una merce qualsiasi, da produrre in quantità sempre maggiori per massimizzare i profitti delle aziende; lo sfruttamento del suolo ha raggiunto livelli allarmanti, ma gli organi decisionali di tutto il mondo continuano ad ignorare gli appelli degli esperti e a sovvenzionare questo tipo di industria alimentare.
I cibi industriali, raffinati e processati, sono ormai costantemente sulle nostre tavole, sostituendo in parte o del tutto i prodotti stagionali e locali, che hanno caratterizzato l’alimentazione umana dai primordi a qualche decina di anni fa. Tali nuove abitudini hanno ricadute sulla salute della popolazione: come afferma la Fondazione Veronesi “sovrappeso e obesità, malattie cardiovascolari, ipertensione, malattie metaboliche come il diabete di tipo 2, malattie infiammatorie intestinali e molti tumori sono solo alcune delle patologie che possono insorgere se si segue questo tipo di alimentazione quotidianamente. Nella maggior parte dei Paesi occidentali, le malattie croniche legate all’alimentazione rappresentano la maggior causa di malattia e di mortalità. Una vera e propria epidemia che interessa in un modo o nell’altro il 50-60 per cento della popolazione adulta occidentale o occidentalizzata”.
Che fare? Ci sarebbe la possibilità di adottare scelte politiche diverse e più rispettose dell’ambiente? Quali accorgimenti dovremmo seguire per vivere più in salute?
Vi aspettiamo nella nostra sede in Corso Dante 50/52 per parlarne insieme, guidati dall’autorevole dottor Spadaccini, ex primario di Gastroenterologia presso l’Ospedale di Vasto. A seguire, come di consueto, è previsto un momento conviviale.