Vasto mette al bando gli ombrelloni hawaiani, i cui filamenti di plastica si disperdono nell’ambiente con l’azione del vento, invadono le spiagge inquinandole e hanno ripercussioni sulla fauna marina. Vietati anche il lancio all’aperto di palloncini in gomma o similari, l’accensione e il lancio delle lanterne che possono provocare incendi ed essere causa di morte o di ferimento degli animali. Nell’elenco figurano inoltre le cassette di polistirolo utilizzate per la pesca, i nastri colorati e i coriandoli di plastica.
Vasto è il primo comune in Abruzzo ad aver adottato una delibera del genere a cui dovrà far seguito ora una ordinanza sindacale.
L’annuncio è stato dato sabato dall’assessore all’ambiente Gabriele Barisano nel corso della festa cittadina del pianeta, inserita nell’ambito del Festival dei capodogli.
Davanti ad una platea di studenti degli istituti superiori radunata nella Pinacoteca di Palazzo D’Avalos, il delegato alle politiche ambientali ha illustrato l’atto deliberativo adottato dalla giunta che, se da subito pone il divieto a palloncini e lanterne, concede tre anni di tempo agli stabilimenti balneari per sostituire gli ombrelloni hawaiani in rafia con altri di materiale eco-compatibile.
“E’ una delibera di indirizzo a cui farà seguito una ordinanza sindacale”, spiega l’assessore Barisano, “per quanto riguarda la tempistica abbiamo dato tre anni di tempo ai balneatori per mettersi in regola anche perché dobbiamo tenere conto della direttiva Bolkestein. Ma abbiamo anche stabilito che i nuovi bandi per le assegnazioni delle nuove concessioni dovranno contenere il divieto di utilizzo di strutture ombreggianti con frange di plastica”.
Sull’impatto negativo della plastica sulla fauna marina mette in guardia Vincenzo Olivieri, presidente del Centro studi cetacei di Pescara a cui l’assessore Barisano ha consegnato ieri una targa per l’impegno profuso in occasione dello spiaggiamento dei capodogli di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario.
“L’impatto è devastante sia sui cetacei sia sulle tartarughe per un eventuale impigliamento o per ingestione”, spiega Olivieri, “il problema grande della plastica non riguarda, però, soltanto gli animali marini, ma è diventato importante anche dal punto di vista sanitario perché entra nella catena alimentare. Studi recenti stanno mettendo in luce la presenza di micro e nano plastiche in moltissimi organi e tessuti umani, compreso quello cerebrale e l’albero circolatorio. Si stanno evidenziando i danni diretti che queste micro e nano plastiche possono produrre nell’uomo. Il provvedimento adottato dal comune di Vasto è molto importante”, aggiunge il presidente del Centro studi cetacei, “spero che venga seguito da tutte le località costiere abruzzesi e italiane”.
L’incontro di sabato, moderato da Franco Sacchetti, ha registrato la presenza dello scrittore Franco Borgogno, autore del libro “Plastica, la soluzione siamo noi”, di Manuela Fabbri, presidente dell’associazione Basta plastica in mare e di Rosa Lo Sasso, coordinatrice di VastoScienza.
Anna Bontempo (Il Centro)