“Il Comitato regionale di coordinamento per la valutazione di impatto ambientale VIA ha espresso parere favorevole al progetto di barriere frangiflutti in località Vignola, dichiarando che lo stesso, una faraonica muraglia in un sito naturale meraviglioso, non necessita di una valutazione di impatto ambientale.
Un passo decisivo verso la messa in opera di un progetto dal principio ricco di vizi e carenze documentali e tecniche, colmate di volta in volta e solamente in parte, producendo nuovi elaborati in corso d’opera e facendolo per di più dopo aver appaltato i lavori, cosa che inequivocabilmente getta lunghe ombre sulla legittimità e sulla validità di tutta la procedura.
L’Amministrazione comunale, senza ripensamento alcuno ed ignorando le richieste del territorio, impone il progetto come concepito originariamente e senza nessuna mitigazione.
Un progetto di quasi 3 milioni di euro, in buona parte investiti per chiudere la baia di Vignola in tutta la sua estensione con una serie di strutture rigide (foto 1).
Nella zona attenzionata da Litorale Vivo insistono proprietà; il campeggio nella zona nord, e due abitazioni a sud.
Solo una di queste tre proprietà – il campeggio, nel lato nord della baia – è contigua alla famosa onda di Vignola.
Nessuna di queste infrastrutture è direttamente coinvolta da fenomeni erosivi diretti, se si escludono la spiaggia in concessione del campeggio, e i recinti lato mare delle due proprietà a sud, proprietà che peraltro hanno già visto realizzati due interventi (2019 e 2021) da quasi 200milaeuro complessivi, interventi evidentemente fallimentari e dei quali incredibilmente non si chiede conto.
Per chiarezza ulteriore, ribadiamo ancora una volta che la famosa onda di Vignola insiste nella parte nord della baia, dalla punta fino a c.a. metà baia, davanti dunque alla spiaggia in concessione, e che le due strutture a sud sono esterne all’area che chiediamo di attenzionare.
Nella seconda foto (foto 2) sono rappresentate le linee di costa degli ultimi 20 anni, ottenute dall’archivio immagini di Google Earth.
Si vede chiaramente che l’erosione ha interessato in maniera significativa la zona nord della baia, dove insiste la spiaggia in concessione.
Questa spiaggia ha visto negli anni la sostituzione progressiva del ciottolato tipico della spiaggia di Vignola (e la progressiva cancellazione delle creste di berna di tempesta) con sabbia (foto 3), con operazioni regolarmente autorizzate e appunto finalizzate alla creazione di una spiaggia sabbiosa.
Va ricordato inoltre che la regione Abruzzo (l l.r. 496, 2017) aveva legiferato il ripristino dunale nella spiaggia in concessione per “mitigare gli effetti erosivi delle mareggiate invernali” già nel 2017, ma che questo ripristino non sia mai avvenuto.
Possibile non si voglia esplorare una soluzione capace di proteggere la spiaggia in concessione, tutelare le esigenze imprenditoriali del campeggio, e permettere che l’unico point sinistro di tutto l’Adriatico, vero e proprio monumento naturale riconosciuto a livello internazionale potesse continuare a esistere, questa la constatazione amara.
Possibile che buona parte di 3 milioni di euro debbano essere spesi così, per una spiaggia in concessione e che può essere protetta in maniera alternativa, e che non sia possibile rimodulare i finanziamenti per proteggere soprattutto le abitazioni che necessitano interventi ed aspettano ancora?
Il Comitato Litorale Vivo continua la sua battaglia anche presso il Tribunale Amministrativo Regionale avvalendosi della consulenza dell’ Avv. Pietro Paolo Ferrara, per vedere salvaguardato il diritto ad una amministrazione del territorio più in sintonia con le necessità della comunità.