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Tiberini: “La chiusura notturna del PPi di Casoli lascia aperti troppi interrogativi e ignora le reali esigenze dei comuni dell’Aventino Medio Sangro

“Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni del Direttore Generale della ASL, Thomas Schael, che ha definito “responsabile” la decisione di chiudere il Punto di Primo Intervento (PPI) di Casoli nelle ore notturne. Ma questa scelta, che viene giustificata come una necessità organizzativa, lascia aperti troppi interrogativi e ignora le reali esigenze dei comuni dell’Aventino Medio Sangro.

Ecco perché riteniamo questa decisione inadeguata e perché continueremo a opporci.
IL TERRITORIO DELL’AVENTINO MEDIO SANGRO MERITA ATTENZIONE SPECIFICA
I comuni dell’Aventino Medio Sangro non sono aree qualsiasi: formano un territorio montano vasto e complesso, con molti piccoli centri e frazioni spesso mal collegate. Parlare di numeri o “volumi di passaggi” non rende giustizia a chi vive qui. Ogni emergenza sanitaria in un territorio così frammentato può fare la differenza tra la vita e la morte. Non possiamo accettare che la distanza e la geografia diventino una discriminante per i diritti dei cittadini.
118 E GUARDIA MEDICA NON SONO SUFFICIENTI
Il Direttore Schael sostiene che nelle ore notturne l’assistenza sia garantita dal 118 e dalla Continuità Assistenziale. Ma sappiamo bene che:
• Il 118, spesso occupato su altri interventi, non può sempre garantire una presenza tempestiva, specie in aree montane.
• La Guardia Medica non dispone né delle competenze specialistiche né dell’attrezzatura necessaria per gestire situazioni di emergenza gravi.
La presenza di un medico al PTA, come stabilito dal TAR, è dunque indispensabile. Siamo soddisfatti che l’ordinanza del Tribunale abbia riconosciuto questo principio fondamentale.
IL PROBLEMA DELLA CARENZA DI MEDICI: SERVONO SOLUZIONI CONCRETE
Schael sottolinea la carenza di medici dell’emergenza, un problema reale, ma chiudere il PPI dei comuni dell’Aventino Medio Sangro non risolverà i problemi degli altri punti nevralgici della rete sanitaria. Questa decisione non aiuterà in alcun modo a risolvere le difficoltà organizzative nei Pronto Soccorso sovraccarichi, come quello di Lanciano, che è il nostro riferimento principale. Anzi, il rischio è che la situazione peggiori, riversando ulteriori emergenze su una struttura già al limite.
Non possiamo accettare che il nostro territorio venga trattato con le stesse logiche che nel passato hanno portato alla chiusura del presidio ospedaliero montano “Consalvi”. Anche allora, ci furono puntuali promesse di nuovi ambulatori e prestazioni specialistiche, tutte sistematicamente disattese.
Purtroppo, il nostro territorio è stato trattato come una cavia per altri interessi e per scelte scellerate. Basta leggere i bilanci della sanità per rendersi conto della voragine debitoria accumulata, che dimostra un inutile e persistente sperpero di risorse. Tutto questo è avvenuto in barba alla tutela dei malati e alla garanzia dei servizi essenziali.
NON SIAMO NUMERI: IL DIRITTO ALLA SALUTE NON È NEGOZIABILE
Schael parla di “meno di 6.000 passaggi annui” per il PPI. Ma i diritti non possono essere ridotti a numeri. Anche un singolo cittadino ha diritto a ricevere assistenza immediata e qualificata. Tagliare servizi vitali basandosi solo su statistiche è un errore che penalizza le aree più deboli.
 IL TERRITORIO DELL’AVENTINO MEDIO SANGRO CONTINUERÀ A LOTTARE
Non ci fermiamo qui. La decisione del TAR di garantire la presenza di un medico al PTA durante le ore notturne è un segnale importante, ma non ci basta. Continueremo a lavorare affinché il Punto di Primo Intervento possa essere pienamente operativo, perché la salute dei cittadini dei comuni dell’Aventino Medio Sangro viene prima di tutto.
La chiusura notturna del PPI non è una soluzione “responsabile”, ma un taglio miope che non affronta le vere criticità della sanità regionale. Questo territorio merita rispetto, investimenti e una rete sanitaria che funzioni davvero.
NON CI ARRENDIAMO!
I comuni dell’Aventino Medio Sangro meritano rispetto e dignità. La salute è un diritto fondamentale, non un privilegio. Ci vediamo il 7 marzo, in udienza per la discussione del ricorso, con la stessa determinazione di oggi”.
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