“Come sindaco di Casoli e membro del comitato ristretto dei sindaci della ASL, sento la responsabilità di sottolineare quanto i dati riportati in questa analisi debbano rappresentare per tutti noi un’occasione di riflessione critica e profonda.
La disparità emersa tra le performance delle ASL, misurata su parametri essenziali come la prevenzione, l’assistenza domiciliare e la tempestività delle cure, è una fotografia allarmante di quanto il nostro sistema sanitario fatichi ad assicurare un diritto costituzionale fondamentale: quello alla salute.
In questo contesto, il posizionamento della nostra ASL tra le peggiori rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. È inaccettabile che indicatori cruciali, come il tempo di risposta del 118 o la copertura delle campagne di prevenzione oncologica, siano così lontani dagli standard nazionali e internazionali. Questi non sono semplici numeri, ma il segnale di un sistema che, in alcune aree, sta fallendo nel garantire cure tempestive ed efficaci ai cittadini. E questo fallimento non nasce per caso: è il frutto di anni di scelte sbagliate, di gestione superficiale e di una mancanza cronica di visione strategica.
E poi ci troviamo in queste condizioni. Se continuiamo a fare scelte che penalizzano territori già fragili, come la chiusura notturna del PPI di Casoli o la disattenzione verso le aree interne, stiamo accelerando il declino del sistema sanitario locale. Queste decisioni, che a prima vista potrebbero sembrare organizzative o economiche, non fanno altro che aggravare il divario tra i territori e mettere a rischio la vita dei cittadini. La chiusura del PPI nelle ore notturne non risolve il problema della carenza di medici, ma sposta semplicemente il peso su altre strutture già sovraccariche, come il Pronto Soccorso di Lanciano, aggravando una situazione già insostenibile.
Il nodo cruciale è la responsabilità politica. La scelta dei vertici sanitari regionali non può più seguire logiche partitiche o spartizioni di potere, ma deve essere basata esclusivamente su competenze dimostrate e su una visione chiara di come migliorare i servizi. Soltanto una gestione competente, trasparente e orientata ai risultati potrà invertire questa rotta e recuperare la fiducia dei cittadini, che oggi si sentono abbandonati.
Proprio per questo, propongo che i dati emersi da questa analisi non siano solo oggetto di denuncia, ma diventino la base per un’azione concreta e condivisa. Dobbiamo avviare un monitoraggio costante delle performance sanitarie locali, coinvolgendo le amministrazioni comunali, i cittadini e gli operatori sanitari in un dialogo trasparente e costruttivo. Questo è l’unico modo per garantire che ogni decisione futura sia orientata a migliorare i servizi e non a tagliare risorse, sacrificando i territori più deboli.
Il nostro obiettivo deve essere chiaro: riportare la sanità dell’Aventino Medio Sangro e dell’intera ASL a livelli degni di un Paese moderno. Non possiamo accettare che il nostro territorio venga trattato come una periferia dimenticata, dove i diritti dei cittadini sono meno importanti di altri.
La salute non può essere una battaglia di numeri o costi. È un diritto sacrosanto e inalienabile, e come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere morale e civico di garantirlo, a ogni costo. Il futuro della nostra comunità dipende da ciò che decidiamo oggi. Cambiare è possibile, ma serve volontà politica e un impegno condiviso”.
Massimo Tiberini
Sindaco di Casoli e membro del comitato ristretto dei sindaci della ASL