“Il Civeta non è consulentificio: l’ente ha fatto ricorso ai professionisti esterni solo in caso di necessità”. Manuele Marcovecchio, direttore generale del Consorzio che gestisce il polo impiantistico di Valle Cena, fa chiarezza sulle consulenze esterne, il cui utilizzo è stato ritenuto “significativo” dalla Corte dei Conti – sezione di controllo regionale – che ha attenzionato alcuni aspetti.
L’occasione è la conferenza stampa convocata ieri nell’aula consiliare del comune di Cupello, alla presenza del presidente del Cda, Giuseppe Silvestri, dei componenti del consiglio d’amministrazione Paola Valentini, Domenico Giuliani e Chiara Di Paolo, del direttore generale Marcovecchio, del direttore tecnico Luigi Sammartino e dei sindaci di Cupello e Vasto, Graziana Di Florio e Francesco Menna.
“Questo Cda ha affidato consulente esterne per complessivi 89mila euro, la somma restante riguarda incarichi tecnici progettuali legati ai fondi del Pnrr”, precisa Marcovecchio, “in questa cifra, tra l’altro, sono inserite le 26mila euro per l’affidamento del piano industriale allo studio Bozza di Lanciano e le 17mila euro per l’assistenza triennale al bilancio al commercialista Francesco Colantonio. Noi stiamo cercando di rilanciare il Civeta. Quella della Corte dei Conti, che non è un nemico degli enti locali ma un organo di controllo è una attenzione doverosa”, prosegue il direttore generale, “ se evidenzia delle criticità fa bene. Qualcosa non è andato bene negli ultimi anni”, ammette Marcovecchio, “nel 2022 e nel 2023 c’è stata una perdita di esercizio, ma per il 2024 l’andamento è positivo”.
Il direttore entra poi nel merito delle questioni sollevate dai magistrati contabili, tra cui quella relativa alle consulenze esterne, tutte in affidamento diretto. I costi legati alla nomina di professionisti esterni hanno subito un incremento da quando la gestione del Civeta, tornato ad essere Consorzio a distanza di due anni dalla precedente trasformazione in società di capitali (Srl), è nelle mani di un consiglio d’amministrazione presieduto dall’ingegner Silvestri. Ma su questo il direttore generale è perentorio: “nessun consulentificio”, ma affidamenti strettamente necessari per sopperire alla mancanza di professionalità interne.
“C’è un altro elemento sul quale la Corte dei conti ha chiesto di fare attenzione”, aggiunge Marcovecchio, “ed è quello della trasparenza: c’è stato un problema con le varie sezioni del sito, ma gli atti sono a disposizione di tutti. Anche sull’impatto che la mia figura avrà sui costi siamo sereni. La rotta è stata invertita grazie a questo Cda, siamo sulla strada giusta”.
E per quanto riguarda i costi del Cda (circa 60mila euro l’anno), si equivalgono a quelli di un amministratore unico.
Anna Bontempo (Il Centro)