Non paghi la Tari? Scatta il pignoramento del conto corrente. E’ successo a centinaia di contribuenti vastesi che per vari motivi non erano in regola con il pagamento della tassa sui rifiuti, la cui riscossione è stata delegata dal Comune ad una società di Verona. Il provvedimento, scattato anche per cifre non particolarmente esose (poche centinaia di euro), ha colto di sorpresa i destinatari che per “sbloccare” il conto hanno dovuto sopportare disagi a non finire.
“Ad agosto ho ricevuto una Pec con cui mi sollecitavano il pagamento”, racconta una giovane professionista vastese incappata nella misura esecutiva, “ero molto impegnata con il lavoro e non ho versato il dovuto, ripromettendomi di farlo non appena possibile. A fine ottobre mi sono recata nella sede della Credit Network e Finance (CNF), in viale Perth, lungo la circonvallazione Istoniense, ma ho scoperto che lo sportello si era trasferito in via XXIV maggio, nel centro storico cittadino. Nei giorni scorsi mi hanno bloccato il conto corrente. Ora è chiaro che sono in difetto perché non ho pagato la Tari relativa al 2019 per un importo di 350 euro”, continua la professionista, “ma trovo veramente eccessivo che si arrivi a bloccare il conto per una cifra così modesta, creando tanto disagio”.
Dagli uffici della Cnf, la società incaricata della riscossione dei tributi, non si sbilanciano. “Il pignoramento è uno dei metodi di recupero previsti dalla legge, anche se in passato non era mai stato utilizzato”, spiega un addetto, “è la sede centrale a Verona che procede e lo fa dopo varie comunicazioni. Non è una cosa immediata”.
Ma vediamo cosa prevede la legge. Il pignoramento del conto corrente (bancario o postale) è una delle misure esecutive che la società addetta alla riscossione (non già il Comune) può adottare nei confronti di chi non versa la Tari, ed avviene previa comunicazione in cui si dà al debitore un termine di 60 giorni per versare il dovuto, all’esito del quale l’esattore procederà automaticamente al prelievo della somma dal conto (senza bisogno di autorizzazione del giudice come invece avviene nei normali pignoramenti presso terzi intrapresi da soggetti privati).
Il pignoramento del conto può avvenire solo a patto che vi sia sufficiente giacenza: se il conto dovesse essere in rosso o comunque insufficiente a coprire il debito, l’Esattore procederà a prendere quanto possibile, maturando un credito per il residuo.
Anna Bontempo (Il Centro)