Sono partiti dalla premessa “che la gestione del Civeta è fallimentare” per concludere con la richiesta di “dimissioni immediate del presidente Giuseppe Silvestri e di tutto il Cda e con la nomina al loro posto di un amministratore unico”.
Tre sindaci – Emanuela De Nicolis (San Salvo), Catia Di Fabio (Monteodorisio) e Mimmo Budano (Villalfonsina), oltre ai consiglieri comunali di Vasto, Vincenzo Suriani e Guido Giangiacomo – hanno compiuto un’ampia disamina sulla situazione dell’ente, da poco tornato ad essere Consorzio, e manifestato la loro preoccupazione nel corso di una conferenza stampa che ha registrato anche la partecipazione dell’assessore regionale Tiziana Magnacca, del consigliere regionale Francesco Prospero e del consigliere comunale di Cupello Filippo D’Angelo.
Consulenze esterne, trasparenza, direttore generale, progetti Pnrr, sono alcune delle questioni sollevate dai tre sindaci.
DI FABIO – “Ci troviamo a denunciare una gestione fallimentare del Civeta, frutto di anni di scelte sbagliate, fatte con poca trasparenza e di totale mancanza di considerazione per le istanze che abbiamo avanzato”, ha esordito la sindaca di Monteodorisio, “la Corte dei conti con le sue osservazioni ha confermato quello che denunciamo da tempo: il Civeta è stato amministrato in modo inefficiente, generando sprechi e mettendo a rischio non solo il futuro del Consorzio, ma anche i bilanci dei nostri comuni. Tra le tante criticità voglio sottolineare l’operazione più emblematica: il bando per la nomina del direttore generale pubblicato a urne aperte. Un tempismo che definire sospetto è veramente riduttivo”, ha rincarato la dose Di Fabio, “questo Cda non ha mai agito nell’interesse del territorio e dei cittadini, è mancata la trasparenza, il confronto, si sono perseguite altre logiche, quelle degli accordi trasversali”.
DE NICOLIS – “Prendiamo atto che il Cda a cinque non ha funzionato, non c’è trasparenza, non c’è condivisione, spesso le decisioni vengono prese da pochi”, sostiene la sindaca di San Salvo, “sono stati fatti numerosi affidamenti esterni, quindi ad oggi un Cda a cinque non ha motivo di esistere. Sul direttore generale voglio chiarire che nessuno di noi ce l’ha con chi è poi risultato vincitore del bando pubblico, non è una questione personalistica. Già da marzo noi tre sindaci ci siamo fermamente opposti alla assunzione di questa figura non supportata da copertura economica, come rimarca la stessa Corte dei conti. Quindi non abbiamo contezza di come verrà pagata. Se si pensa di non rinnovare il contratto ad alcuni operai per pagare lo stipendio al direttore generale si dica a chiare lettere. Una gestione poco efficiente e poco trasparente avrà effetti sulle tariffe e sui cittadini”.
BUDANO – “La Corte dei conti è un organismo di controllo e non un amico con cui si prende il cappuccino al bar”, aggiunge il sindaco di Villalfonsina, “la magistratura contabile ha chiesto la documentazione al Civeta che ha prodotto delle controdeduzioni che non hanno convinto la Corte, la quale a sua volta ha inviato gli atti alla Procura contabile, evidentemente perché ritiene che le motivazioni non siano state esaustive. Noi lanciamo un appello al presidente della Regione Marco Marsilio e ai parlamentari di questo territorio affinchè possano interloquire con il Ministero per capire l’esatto stato di attuazione di fondi Pnrr”.
GIANGIACOMO E SURIANI – “Al posto nostro dovrebbe starci il sindaco di Vasto Francesco Menna che del Civeta è socio di maggioranza e senza il quale niente di quello che è successo sarebbe potuto accadere”, dicono i due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, “364mila euro di consulenze, 16mila euro spesi per la prima trasformazione, 60mila euro per gli stipendi al consiglio d’amministrazione sono tutte spese imputabili a Menna che ha utilizzato ed utilizza il Civeta per motivi di convenienza”.
Anna Bontempo (Il Centro)