Da Alessandro La Verghetta, Consigliere Provinciale riceviamo e pubblichiamo
“In molti mi chiedono un parere sul tema del dimensionamento scolastico riguardante il Comune di Vasto, nello specifico la costituzione del nuovo polo Mattei-Palizzi. Ritengo sia fondamentale fare chiarezza sui dati oggettivi, e per questo propongo una sintesi dei principali atti che hanno portato al provvedimento finale.
1. Delibera DGR n.1 del 03/01/2024: Questo atto, relativo al Piano Regionale della Rete Scolastica per l’anno scolastico 2024-2025, nasce con l’obiettivo di razionalizzare diverse realtà scolastiche della regione. Tuttavia, non viene fatto alcun riferimento alla città di Vasto.
2. Nota Regionale prot. 366611/24 del 19/09/2024: La nota ribadisce che, ai sensi del comma 557 dell’articolo 1 della Legge 197/2022, le Regioni devono procedere autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Nella stessa nota, vengono elencate le criticità principali a cui la Regione intende dare soluzione. Tra queste, non compare il Comune di Vasto, mentre sono citate altre realtà, come alcuni comuni delle Province di Chieti e Teramo.
3. Nota del 07/10/2024 prot. n. 21617 della Provincia di Chieti: La Provincia di Chieti si esprime con fermezza, dichiarandosi contraria a qualsiasi operazione di dimensionamento scolastico e di ripartizione dei tagli che non sia il frutto di una strategia chiara e condivisa. Si sottolinea l’importanza di una visione complessiva per il nuovo assetto della rete scolastica regionale.
Questi dati evidenziano una questione fondamentale: le scelte sul dimensionamento scolastico devono essere condivise e programmate per tempo. La situazione del Palizzi, ad esempio, era nota da anni. La condivisione delle decisioni richiede tempo e sacrificio, ma evita dissensi e
malcontenti, generando invece consapevolezza e partecipazione.
Un altro aspetto rilevante è di natura sociologica e finanziaria. Il risparmio previsto dal dimensionamento, al termine del periodo di accompagnamento (tra tre e sei anni), è stimato in soli 150 mila euro annui.
A titolo di confronto, una singola legge finanziaria ha comportato una spesa di 15 milioni di euro. È quindi lecito chiedersi: è giusto che i sacrifici vengano sempre richiesti agli stessi settori—scuola, sanità e pensionati? Non è forse possibile individuare altre modalità di risparmio, capaci di garantire una diversa e più equa ricaduta sociale?
Queste sono domande che meritano attenzione e risposte ponderate.
Alessandro La Verghetta
Consigliere Provinciale