“Se fossi un animalista sarei contento che sono stati abbattuti solo cinque cinghiali”. Michele Bosco, agricoltore e presidente dell’associazione Terre di Punta Aderci, commenta il dato relativo alle prime uscite dei selecacciatori volontari nella riserva naturale di Punta Aderci, dove è possibile sparare agli ungulati in virtù di una ordinanza firmata dal sindaco Francesco Menna il 7 dicembre scorso e che consente la caccia selettiva ai cinghiali fino al 31 marzo 2025.
“Personalmente sono contento che sono stati abbattuti solo cinque animali”, dice Bosco, “dimostra che l’ordinanza ha la sua importanza, ma dimostra soprattutto che i selecacciatori – che ho visto personalmente all’opera – sono persone competenti, attente, che lavorano in maniera chirurgica, silenziosa, discreta e professionale, senza far correre rischi a nessuno. Ma veramente si aspettavano una mattanza di 200 cinghiali in due notti? A fine marzo faremo il bilancio”, prosegue Bosco, “ e se invece di 300 ne saranno abbattuti 50 o 20 io sarò ancora più contento. Non abbiamo interesse ad abbattere gli animali, l’unico interesse che abbiamo è quello di proteggere le coltivazioni e le nostre aziende agricole. Quando i danni si abbasseranno ad una soglia sostenibile nessuno chiederà più di intervenire”.
Il presidente di Terre di Punta Aderci ha qualcosa da dire anche sugli incidenti stradali che secondo l’ecologista Stefano Taglioli sono aumentati da quando si è iniziato a sparare nella Riserva.
“Credo che il signor Taglioli sia distratto”, aggiunge Bosco, “ha notato puntualmente l’ultimo cinghiale che ha causato un incidente sulla Statale, ma non ha notato gli altri trenta che ci sono stati nei due mesi antecedenti l’ordinanza sindacale. Trenta sinistri in 60 giorni. Vado tutti i giorni a Lanciano e posso testimoniare che, a partire da Punta Penna fino ad arrivare a Torino di Sangro, ogni due giorni si rinvengono carcasse di cinghiali ai lati della strada. E’ falso affermare che c’è stato un aumento dopo l’ordinanza”.
Anna Bontempo (Il Centro)