Stasera, presso il Teatro Comunale “Tito Molisani”, si terrà l’ultimo appuntamento della stagione teatrale dialettale con la commedia in tre atti “Ariffilé sa matasse… II”. L’opera, scritta e diretta dal maestro Giovanni Tiberio, decano del teatro dialettale casalese, promette di regalare al pubblico una serata di risate e riflessioni.
La commedia rappresenta uno spaccato di vita familiare, affrontando con ironia e leggerezza le dinamiche e i conflitti quotidiani che animano ogni famiglia. Il tono dialettale, vivace e autentico, conferisce alla rappresentazione un fascino unico, trasportando gli spettatori in una dimensione che unisce tradizione e modernità. Nonostante il registro comico prevalga, l’opera invita a riflettere sui comportamenti e sulle relazioni interpersonali, in un sapiente equilibrio tra ilarità e introspezione.
Sul palco un cast eterogeneo e talentuoso. Tra i protagonisti: Carlo Sallese, pittore e poeta; Dea Bernardone, che interpreta la fidanzata; Alessandra Bologna e Claudio Di Paolo, nei panni dei futuri suoceri; Rossano Molisani, lo zio di Pitacciate; Peppe Di Risio, il collega e compare; Mariangela Iannuario, nel ruolo dell’allieva; Patrizia D’Urbano, aspirante attrice; Milva Micoli, zia Consolazione; Massimo Canosa, il vice sindaco; Cristian Del Monte, il maggiordomo. La loro energia e il loro talento danno vita a personaggi esilaranti e ricchi di sfumature, capaci di conquistare il cuore del pubblico.
Il teatro dialettale, spesso erroneamente considerato una forma minore, rappresenta una parte integrante e preziosa del patrimonio drammaturgico nazionale. Attraverso il dialetto, le storie assumono una connotazione ancora più intima e autentica, riflettendo le radici culturali e sociali di una comunità. In Italia, paese dalla straordinaria varietà linguistica, il teatro dialettale ha spesso infranto le barriere tra locale e nazionale, diventando espressione di un’identità popolare condivisa.
Con “Ariffilé sa matasse… II”, Giovanni Tiberio rinnova la tradizione del teatro dialettale casalese, confermandone la vitalità e l’attualità. Non resta che godersi questa ultima imperdibile serata, per ridere, riflettere e celebrare insieme la ricchezza del dialetto e della cultura locale.
Enzo Dossi