Sento il dovere di unirmi agli affettuosi rimpianti che si levano da ogni parte per la scomparsa di Angela Poli Molino. Una figura indimenticabile alla quale la città deve moltissimo sul piano sociale e su quello culturale. In anni ormai lontani Angela era Assessore alla Cultura nell’amministrazione comunale guidata da un eccellente Sindaco quale fu Nicola Notaro. L’uno e l’altro avevano capito che la cultura è l’asse portante della civiltà cittadina, tanto che per loro iniziativa era nata alla fine degli anni Settanta l’elegante collana «Aprutium» stampata dall’editore Cannarsa che proponeva opere della tradizione locale rispolverando un patrimonio ignoto alla maggior parte (ricordo ad esempio il primo numero della serie dedicato ai Sonetti dialettali di Gaetano Murolo curati da Tito Spnelli, Il Vocabolario vastese a cura di Ernesto Giammarco e del sottoscritto e altri preziosi volumi di storia locale). Ma soprattuto mi preme ricordare l’impegno della Poli Molino nell’organizzare le Manifestazioni rossettiane negli anni 1982-1983, dedicati a celebrare i 100 anni dalla morte di Dante Gabriel Rossetti e i 200 anni dalla nascita di Gabriele Rossetti. In quel tempo ormai lontano, si gettavano le basi per una rinascita culturale di Vasto che le altre amministrazioni successive hanno saputo raccogliere. Quelle Manifestazioni, regolate da uno staff di tutto rispetto in cui brillava l’efficienza della Segretaria dell’assessorato, l’indimenticabile ed efficiente signora Bruna Degan, rappresentavano, com‘ebbe a dichiarare la stessa Molino, «un fervore di iniziative per lasciare testimonianze non effimere sui Rossetti» (in «Vasto domani», XVI, n. 8, 1982). Quelle giornate richiamarono in città docenti di molte università italiane e straniere, giornalisti delle maggiori testate nazionali In quell’occasione fu organizzata dal comitato promotore una visita a Londra al Cimitero di Highgate dove è sepolto Gabriele Rossetti. Ma c’è di più, le relazioni di quei giorni furono raccolte in un volume dal titolo I Rossetti tra Italia e Inghilterra, curato da chi scrive e edito a Roma dall’ editore Bulzoni. Quel volume, oggi abbastanza raro, costituisce il primo convegno dedicato alla famiglia Rossetti nel mondo ed ha aperto una grande stagione di studi che fa di Vasto un punto di riferimento internazionale. Da lì, dopo vari tentativi, in parte assecondati anche dal Sindaco Pietrocola, che nel 2004 permise l’organizzazione del convegno Gabriele Rossetti a 150 anni dalla morte, le cose non si sono fermate, tant’è che nel 2008 il Sindaco La Penna inaugurò il «Centro europeo di studi rossettiani» nella casa Rossetti di Largo Piave (Logga Ambligh). Un’istituzione sorta anche sotto il patrocinio dell’Università di Chieti, confluita ora nel Polo Culturale della Città di Vasto nato sotto l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Francesco Menna e fermamente voluto dall’attuale assessore alla cultura Nicola Della Gatta.
I miei rapporti personali con Angela Poli Molino dall’epoca delle Manifestazioni dell’82-83 non si sono mai interrotti e spesso in lunghe telefonate chiedeva notizie delle attività che il «Centro Rossetti» andava organizzando e alle quali avrebbe voluto partecipare. Mi diceva anche dell’archivio imponente che era venuto costituendo nel tempo con i ritagli e la corrispondenza relativa alle famose giornate dei primi anni Ottanta, parlava dei rapporti che si erano instaurati con gli studiosi, alcuni dei quali continuavano a scriverle. Era suo desiderio che questo materiale confluisse nel «Centro Rossetti» e credo che la cosa possa effettivamente realizzarsi senza problemi.
Lei andava orgogliosa di tutto quello che Vasto costruiva sul versante culturale divenendo «Città che legge», meritando addirittura il Premio Gutemberg nel 2023 grazie alle iniziative del Centro Rossetti. Tutto questo si realizzava grazie all’impegno, alla lungimiranza e al pionerismo di Angela Poli Molino, la quale scherzando con me amava dire: «Vasto non è solo il brodetto di pesce». E con tutto il rispetto per quella gustosa pietanza di cui la città va fiera, non potevo darle torto.
Gianni Oliva