Negli ultimi mesi la crisi ha azzerato di fatto l’interesse di imprese estere e del Nord Italia per i capannoni industriali del territorio.
A confermarlo, ieri, alla collega del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro Paola Calvano, è Gianni Cordisco, ex componente del consiglio d’amministrazione di Arap servizi.
“Da qui a breve”, afferma il dirigente alla collega del Centro “ci saranno aziende dell’indotto che chiuderanno e all’orizzonte non c’è un settore che avanza. Il Vastese resta pur sempre un territorio attrattivo per la logistica e i servizi . Tuttavia si sta perdendo troppo tempo nella realizzazione di infrastrutture strategiche come porto e viabilità. E’ necessario accelerare i progetti che riguardano la portualità, la rete autostradale, la rete idrica . Vanno ammodernate le aree industriali e migliorata la viabilità. Le imprese vanno supportate. .Soprattutto quelle dell’indotto auto con formazione e incentivi verso le nuove auto . Va incentivata l’intelligenza artificiale e l’efficienza energetica per combattere i rincari che stanno arrivando. E’ fondamentale investire sul reddito minimo per i giovani lavoratori per poterli convincere a restare nel Vastese e in Abruzzo”.
Sembrano lontani i tempi in cui sia Punta Penna che Piana Sant’Angelo come pure la Val Di Sangro avevano acceso l’interesse di importanti gruppi imprenditoria . In realtà sono trascorsi solo due anni. La zona di Punta Penna continua ad essere valutata positivamente dal punto di vista della logistica ma rispetto al 2023 la situazione è mutata . Gli ultimi due anni sono stati drammatici. Nel 2023 era stato firmato un protocollo d’intesa con Abruzzo Sviluppo per favorire e attrarre investimenti nazionali ed internazionali, facilitando l’insediamento di attività industriali, produttive, e logistiche con un comune progetto di accoglienza industriale anche attraverso il ricorso, per le aziende che avevano interesse ad insediarsi, a forme di finanza agevolata di cui si avvalgono le istituzioni europee per favorire la riconversione economica e sociale. I segnali sono stati incoraggianti per diverso tempo ma la crisi automotive non ha concesso tregua . Se l’Europa non adotta provvedimenti ad hoc la situazione è destinata a peggiorare . I sindacati chiedono per questo alla politica di accelerare sull’area di crisi complessa. Sarebbe una panacea per le aziende grazie ad agevolazioni e condizioni vantaggiose sul fronte fiscale.