Nuova udienza al Tribunale di Vasto per sette imputati accusati di avere collaborato con un dipendente Asl deceduto tre anni fa, per sottrarre somme di denaro dirottate illegalmente dalle spese di rimborso sanitario dei nefropatici.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.
Una truffa che sarebbe durata molti anni e il cui ammontare si aggira attorno ai 700mila euro. La vicenda ha creato enorme scalpore in città. La Asl si è costituita parte civile.
Davanti al giudice Rosanna Buri sono sfilati i primi testimoni. Una ventina le persone della pubblica accusa e della difesa che dovranno fornire la loro versione dei fatti. Fondamentali le dichiarazioni di una dirigente dell’epoca che , notando un codice Iban errato, avviò accurati controlli scoprendo l’ingegnoso meccanismo. I sette imputati , M.T. di Casalbordino (64 anni), A.F. di Vasto (63), G.R. di Vasto (58), G.C. di Vasto (50), M.M. di Vasto (71), U.P. di Vasto (64) e U.R. di Vasto (73) si sono sempre dichiarati all’oscuro di tutto e a loro prima di morire il dipendente Asl ha anche chiesto scusa. In mano ai giudici però c’è una lunga lista di bonifici. Trasferimenti fatti più volte a ciascuno degli indagati, ogni volta con somme diverse. Se fosse stato ancora vivo, G.D., il dipendente sanitario autore dei bonifici, avrebbe dovuto rispondere di peculato e truffa ai danni dello Stato.
L’udienza è stata aggiornata al 10 marzo.
I difensori, gli avvocati Fiorenzo Cieri, Vittorio Melone, Alessio Mucci, Domenico Manzi, Margherita Conti e Anna Ulisse, stanno cercando in tutti i modi di alleggerire la posizione dei loro assistiti. Le accuse formulate dall’ex procuratore capo della procura di Vasto Giampiero Di Florio e dal sostituto procuratore Vincenzo Chirico, sono comunque pesanti.
