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Finte nozze: tre condanne e quattro assoluzioni

La Corte di Appello de L’Aquila ( presidente Flavia Grilli, consigliere Laura D’Arcangelo e Maria Proia ) mette fine alla lunga e tortuosa vicenda con una assoluzione , tre proscioglimenti e tre condanne per sette imputati accusati di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e permanenza illegale in Italia.

A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.

Herrero Montero Santa Angustia è stata assolta sul presupposto che le condotte che venivano contestate alla donna non erano illegali. La Herrero non promoveva nè organizzava o gestiva il traffico illegale di cittadini stranieri nello Stato italiano.

” Infatti”, spiega il legale della donna , l’avvocato Albertina Pepe del foro di Roma ” il presupposto soggettivo del reato in questione era il dolo, ovvero la consapevolezza di star commettendo un illecito facendo entrare in uno Stato straniero dei cittadini che non possiedano i requisiti. La mia cliente non ha in alcun modo concorso al reato di favoreggiamento .Lei si è limitata a contrarre matrimonio con un cittadino di nazionalità italiana .E’ stato “, conclude il legale ” un processo molto tecnico che è durato molti anni e che ha visto nel corso del tempo delinearsi le giuste responsabilità penali “.

Soddisfatto anche l’avvocato Antonello Cerella. La Corte ha infatti escluso le aggravanti per i suoi clienti, Gianfranco Gianserra e Gaetano Di Vito. I reati si cui i due uomini erano accusati sono quindi andati in prescrizione.

Prescrizione anche per Gaetano Galizia. Confermate invece le condanne per Ottavio Racciatti , Renato Trofino e Nicolino Di Guglielmo a 4 anni e sei mesi .
“In primo grado – scrive sul centro Paola Cavlano – il tribunale di Vasto aveva condannato gli imputati a pene che oscillavano da cinque anni a un anno di reclusione e multe complessive per 139mila euro. La vicenda coinvolse 16 persone ( otto furono subito assolte).
Il processo cominciò con 19 imputati. Qualcuno fra loro ha scelto il rito abbreviato . La vicenda 11 anni fa varcò i confini regionali: matrimoni all’apparenza regolari venivano celebrati a Santo Domingo con tutti i crismi dell’ufficialità. Le spose una volta arrivate in Italia, lasciavano i mariti. Ma questi non erano vittime. Chi si prestava ad andare in Sud America per sposare queste donne non cadeva in un raggiro d’amore. Affrontava il viaggio perché pagato da chi gestiva finti matrimoni per far ottenere alle donne caraibiche la cittadinanza italiana. Lo scopo dell’organizzazione era far ottenere permessi di soggiorno. I matrimoni non venivano consumati. L’operazione fu condotta dai carabinieri di Vasto e delle stazioni di Roccaspinalveti, San Buono, Guglionesi e Vimercate vicino Milano. In cinque finirono in manette, altre 23 persone vennero denunciate. “

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