1945-2025. Sono trascorsi 80 anni dall’anno che divise il mondo in due blocchi contrapposti e segnò il declino dell’Europa fino a sancirne il suicidio geo-politico sul piano globale. Un’Europa che non sarà più, nel bene e nel male, la protagonista di una Storia cominciata nel 1492, con l’inizio del dominio sul mondo (colonialismo), e, dietro la spinta della Rivoluzione scientifica del Seicento e di quella culturale del Settecento, proseguita con la guida del progresso scientifico-tecnologico e culturale dell’intera umanità per oltre due secoli.
Così, dopo il tentato suicidio con la Grande Guerra del 1914-18, il Vecchio Continente riuscì inconsapevolmente nel suo intento nel 1945, quando divenne campo di dominio e scontro delle due Super-potenze uscite vincitrici dal conflitto.
Il 1945 è anche l’anno che, da lì a poco, avrebbe dato una fortissima spinta al progresso trasformando alcuni Paesi da agricoli in industriali con la rinascita ed il boom economico, rendendo però al contempo il mondo bipolare: da un lato il polo liberale e capitalistico guidato dagli USA , dall’altro quello comunista e collettivistico guidato dall’URSS, una contrapposizione che presto avrebbe condotto alla Guerra fredda e ad una serie di rivoluzioni e guerre civili le quali portarono all’affermazione di regimi comunisti come in Cina, Vietnam e Cuba.
Ripercorreremo, su queste pagine web, i grandi eventi di un anno fatidico. La nostra riflessione si soffermerà nei luoghi simbolo della più grande tragedia della Storia dell’umanità viaggiando da Auschwitz a Norimberga, da Jalta al Vietnam passando per Berlino, Piazzale Loreto e Hiroshima.
Ad Auschwitz c’era la neve… Come si diceva, cominciamo il nostro viaggio con l’ingresso dell’Armata Rossa sovietica nel campo di sterminio più famigerato. Era il 27 gennaio quando alle ore 15,00 un’avanguardia della 332ª divisione di fanteria dell’Armata rossa si trovò di fronte ad un cancello su cui sormontava quella che sarebbe diventata la scritta più tragicamente celebre della storia: Arbeit Macht Frei, (Il lavoro rende liberi).
Auschwitz, in polacco Oświęcim, è appunto in territorio polacco dove i sovietici entrarono a seguito della grande controffensiva cominciata dopo la vittoria a Stalingrado (febbraio 1943) e che sarebbe proseguita vittoriosa fino a Berlino (aprile 1945).
Un’industria della morte. Auschwitz, definita da Primo Levi «l’industrializzazione della morte su una scala inimmaginabile», era un complesso costituito da tre campi di concentramento con funzioni diverse: Auschwitz I (il campo originario dove si eseguivano gli esperimenti medici ed eugenetici), Auschwitz II-Birkenau (campo di concentramento e sterminio con cinque camere a gas) e Auschwitz III-Monowitz (campo di lavoro utilizzato da diverse industrie tedesche).
Quando i sovietici fecero il loro ingresso, la maggior parte delle guardie era fuggita. Nel campo furono trovati 2.819 prigionieri anche se molti erano già morti di stenti, malattie e per sovraffollamento. La cosa però più agghiacciante è che trovarono, insieme a centinaia di migliaia di abiti da uomo e da donna, anche una miriade di ciuccetti per infanti. Si stima, infatti, che ad Auschwitz furono reclusi 1,3 milioni di persone di cui almeno 1,1 milione trovarono la morte. Non si trattava solo di ebrei, anche se costituivano il maggior numero delle vittime, ma anche minoranze etniche e religiose, come gli slavi, tra cui i soldati sovietici fatti prigionieri nella campagna di Russia, Testimoni di Geova, Pentecostali, omosessuali, dissidenti politici e neri d’Europa.
Le origini dell’anti-semitismo.
Dobbiamo dire che, nel corso della storia, gli ebrei sono sempre stati perseguitati e, quando non lo erano, per loro vennero costruiti quartieri appositi, i ghetti, dove vivevano emarginati dal resto della comunità. L’anti-semitismo ha soprattutto origini religiose, in quanto il popolo ebraico, chiamato a scegliere tra Gesù e Barabba, si era macchiato dell’infamante colpa di deicidio, cioè assassini del figlio di Dio. Per questa gravissima colpa, la loro vita non aveva molto valore, tanto è vero che la pre-crociata organizzata nel 1096 da Pietro l’Eremita (Pietro d’Amiens), passata alla storia come la “Crociata dei pezzenti”, è ricordata per aver trucidato tutti gli ebrei che incontravano lungo la strada prima di essere a loro volta sterminati una volta arrivati in Ungheria.
Da dove nasceva l’odio hitleriano contro gli ebrei?
Secondo Hitler gli ebrei erano i responsabili della sconfitta tedesca nella Prima guerra mondiale; essi inquinavano la razza e indebolivano lo Stato ma, soprattutto, detenevano il potere finanziario mondiale attraverso cui affamavano interi popoli, a cominciare da quello tedesco; azione portata al termine con il crollo di Wall Street del 1929. Queste idee, in realtà, furono mutuate da un falso documento, denominato Protocolli di Sion, creato ad arte intorno al 1900 dalla polizia segreta zarista per legittimare la persecuzione degli ebrei in Russia.
Il Giorno della Memoria compie 20 anni
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria per ricordare i sei milioni di ebrei vittime della Shoah. Come data di commemorazione fu scelta quella del 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz e liberarono tutti i prigionieri sopravvissuti.
Laura Del Casale
Concludiamo con le parole della bellissima canzone di Francesco Guccini
Auschwitz
Son morto con altri cento Son morto ch’ero bambino Passato per il camino E adesso sono nel vento E adesso sono nel vento
Ad Auschwitz c’era la neve Il fumo saliva lento Nel freddo giorno d’inverno E adesso sono nel vento Adesso sono nel vento
Ad Auschwitz tante persone Ma un solo grande silenzio È strano non riesco ancora A sorridere qui nel vento A sorridere qui nel vento
Io chiedo come può un uomo Uccidere un suo fratello Eppure siamo a milioni In polvere qui nel vento In polvere qui nel vento
Ancora tuona il cannone Ancora non è contento Di sangue la belva umana E ancora ci porta il vento E ancora ci porta il vento
Io chiedo quando sarà Che l’uomo potrà imparare A vivere senza ammazzare E il vento si poserà E il vento si poserà
Io chiedo quando sarà Che l’uomo potrà imparare A vivere senza ammazzare E il vento si poserà E il vento si poserà E il vento si poserà