“I nuovi impianti eolici destinati ai territori del medio ed alto Vastese non hanno alcun riguardo per l’ambiente e per il paesaggio e sono il frutto di una totale assenza di programmazione”.
Italia Nostra del Vastese, Gruppo fratino Vasto, Stazione ornitologica abruzzese (Soa), Terre di mezzo, Lupi del Gesso e Comitato cittadino per la tutela del Cristallo d’Abruzzo e del paesaggio dei gessi frentani, replicano così a Legambiente che, tramite l’ex presidente regionale Giuseppe Di Marco, aveva criticato la posizione di contrarietà delle associazioni e di alcuni comuni dell’entroterra.
“In una zona già ipersfruttata come quella dell’alto vastese e come ampiamente dimostrato nella recente assemblea tenuta nel comune di Palmoli, questi impianti rispondono a finalità soprattutto mercantili e non a quelle della cosiddetta transizione ecologica, compromettendo inoltre altre destinazioni ambientali e turistiche del territorio, evocate e illustrate nella medesima assemblea pubblica”, replicano le associazioni, “all’ ex presidente di Legambiente Abruzzo, che richiama gli “ambientalisti del no”, è fin troppo facile rispondere: da tempo Di Marco veste i panni – speculari a quelli da lui richiamati – dell’ ambientalista del “sì a prescindere. Sia chiaro che, come ecologisti, non ci facciamo circoscrivere in nessuna delle due definizioni e lo dimostrano i tanti progetti realizzati in decenni di attività di volontariato, a partire dalla creazione delle due riserve naturali vastesi. È poi oltremodo curioso il richiamo di Di Marco alla tutela del fratino che sarebbe vanificata dalla catastrofe climatica. Anche qui è semplice constatare che, nel frattempo, niente è stato fatto per tale tutela (salvo le attività dei volontari di altri gruppi) nella riserva Marina di Vasto, nonostante la collaborazione da anni nell’area protetta di Legambiente Abruzzo con il Comune di Vasto. Per tornare all’eolico a terra di nuova progettazione nel Vastese, la già citata assemblea fra amministratori a Palmoli ha dimostrato, con interventi tecnici altamente qualificati, come la svolta energetica passa per ben altre iniziative, come – esempio fra i tanti – il “solare” da destinare ai tantissimi capannoni industriali nelle zone all’uopo destinate”.