Teatro e dialetto rappresentano una combinazione vincente in ambito drammaturgico sin dal Settecento. Anche questa volta, il teatro dialettale, ha avuto una grande risposta di pubblico. “ Mi l’ha lassate scrette mammaja mo’ ” scritta e diretta da Giovanni Tiberio, decano del teatro dialettale casalese, la prima, presentata ieri sera, continuerà fino alla Befana, con il patrocinio del Comune di Casalbordino. Un successo annunciato per questa commedia, con tutto esaurito in questa prima serata di rappresentazione. Gli attori, Peppe Di Risio: Ciro Belfico ,ricco commerciante; Dea Bernardone: la sorella Cassandra; Alessandra Bologna: la moglie Margherita; Mariangela Ianuario: la figlia Lucilla; Milva Micoli: Giuseppina, la tata; Patrizia D’Urbano: Berenice, amica di Lucilla; Carlo Sallese Aristide, barone DE’ Pigna Pignataris; Claudio Di Paolo: Anselmo, il baroncino; Rossano Molisani: Ruffiani Ernesto, sensale di matrimonio; Massimo Canosa: Evaristo,il ragioniere innamorato; Fabio Lanza: il mago del cavalluccio di mezze. Sceneggiatura e regia di Giovanni Tiberio, aiuto regia Maria Tieri, tecnico Cristian Del Monte.
“Avere oggi l’opportunità di mettere in scena “Il teatro comico dialettale”, significa poter approfittare di occasioni di vita sociale” dice il sindaco Filippo Marinucci che in questa occasione ha premiato Giovanni Tiberio per il suo impegno costante, con un attestato di Civica Benemerenza, presenti sul palco anche gli assessori Amerigo Tiberio, Paola Basile e Carla Zinni.
Ancora una volta il teatro dialettale come parte integrante della produzione drammaturgica e commediografa nazionale, piuttosto che esprimersi nella lingua ufficiale del paese d’appartenenza, lo fa tramite l’utilizzo del dialetto locale di diffusione. L’evoluzione del teatro dialettale in paesi come l’Italia è difficilmente ricostruibile a causa dell’enorme varietà linguistica del paese: nonostante questo, è bene ricordare come il teatro dialettale venga spesso assimilato al teatro nazionale, infrangendo quindi la divisione che caratterizza il teatro nazionale come espressione del popolo tramite il proprio idioma.
Enzo Dossi