Undici torri eoliche di 6 Mw ciascuno, per una potenza complessiva pari a 66 Mw, da realizzare nei territori di Cupello, Fresagrandinaria, Palmoli, Tufillo e Furci. Un progetto, quello presentato al Ministero dell’industria e dello sviluppo economico (Mise), dalla società Sviluppo Prime di Grottaglie (Taranto), contro il quale si stanno mobilitando i sindaci dei cinque comuni interessati sostenuti da una serie di associazioni.
Le ragioni del no sono state illustrate dagli amministratori del medio vastese nel corso di un incontro che si è tenuto nella sala Aldo Moro degli ex palazzi scolastici di corso Italia. Oltre a Giuseppe Masciulli (Palmoli), Ernano Marcovecchio (Tufillo), Graziana Di Florio (Cupello), Lino Giangiacomo (Fresagrandinaria) e Angelo Marchione (consigliere comunale di Furci) erano presenti il sindaco di Vasto e presidente della Provincia, Francesco Menna e i consiglieri regionali Silvio Paolucci e Manuele Marcovecchio.
“Il progetto è stato depositato tre giorni fa al Ministero”, attacca Masciulli, “prevede una potenza di 66 Mw con undici torri eoliche dislocate due a Tufillo, due a Palmoli, due a Fresagrandinaria, due a Furci e tre a Cupello. Ogni torre eolica ha una potenza di 6 Mw. Parliamo di torri alte 132 metri, mentre di 143 metri è la larghezza della pala, per cui quando quest’ultima è allineata con il montante arriviamo ad un’altezza visibile di 220 metri, cioè tre volte il Grattacielo Paradiso, che con i suoi 14 piani e 80 metri di altezza, è l’edificio più alto di Vasto. Ora immaginate undici torri ognuna alta tre volte il grattacielo Paradiso. Io penso che specialmente quelle di Cupello le vedranno benissimo a Vasto e San Salvo. Questo progetto è stato presentato da una società di Taranto”, prosegue il sindaco di Palmoli, “ che ha un capitale sociale di 10mila euro, costituita il 24 luglio 2023. Nel giro di tre mesi questa Srl ha prodotto un progetto di 90 milioni di euro. Stiamo parlando di qualcosa di pazzesco che andrà a stravolgere il nostro territorio che finora ha conservato una sua integrità che ha cominciato a produrre dei frutti. A Palmoli, ad esempio, oscilliamo tra gli 810 e gli 820 abitanti, oltre cento dei quali sono persone che non hanno alcun rapporto con il nostro paese, cioè non sono emigranti di ritorno, ma vengono per la gran parte dal Nord Europa, e hanno deciso di vivere qui per l’ambiente e il paesaggio. Negli ultimi dieci anni tra immobili acquistati e ristrutturati avranno investito almeno 6/7 milioni di euro in base alla documentazione che vedo passare presso l’ufficio tecnico del Comune. La nostra è una posizione di contrarietà, anche perché questa parte d’Abruzzo ha già dato in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili. Cioè questo territorio oggi garantisce circa l’80 per cento dell’energia elettrica prodotta in tutta la regione Abruzzo. Questo progetto và stroncato sul nascere”.
Dello stesso avviso i colleghi di Tufillo, Cupello, Fresagrandinaria e Furci ognuno dei quali si è soffermato su un aspetto.
“E’ un progetto calato dall’alto che non tiene conto dell’effetto cumulo”, rimarca la sindaca Di Florio, “e che non tiene in considerazione le aree sottoposte a vincolo idrogeologico, le zone a rischio e quelle vicino ai siti di importanza comunitaria”.
Anna Bontempo (Il Centro)