“Marsilio non rispetta gli impegni presi sulla sanità e non fa pressing sul governo amico, che in due anni trasferisce al sistema sanitario nazionale meno risorse dell’aumento dei costi generato dall’inflazione, riducendo così il rapporto tra spesa sanitaria e Prodotto interno lordo: mancano all’appello almeno 5 miliardi. Accadrà, così, che l’Abruzzo perderà milioni di euro in investimenti perché la destra continua la sua politica di tagli alla sanità pubblica, favorendo una vera e propria privatizzazione del comparto. Mai siamo stati così inerti e inefficaci dal commissariamento a oggi”, la denuncia del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
“Il Governo centrale taglia e quello regionale acconsente, l’inerzia di Marsilio conferma la sua identità di uomo di partito, più che di presidente degli abruzzesi, che per curarsi devono sempre di più andare fuori o prepararsi ad attese infinite per le liste su cui la Regione non è riuscita a fare nulla in cinque anni – affonda l’ex assessore alla Sanità – . Eppure l’occasione per evitare questi ennesimi tagli ai danni di comunità e utenza c’era: da mesi giace nei cassetti regionali la nostra proposta di legge per il “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge ottobre 1992, n. 421”, l’abbiamo redatta perché la Regione la sostenesse per la presentazione alle Camere. Parliamo di un provvedimento che mira a un adeguamento della spesa sanitaria attraverso la modifica l’articolo 1 del decreto vigente. Con l’aggiunta di due commi: perché l’importo delle risorse finanziarie destinate al servizio sanitario nazionale venisse determinato in misura non inferiore al 7,5 per cento del PIL dell’anno precedente, al netto del tasso di inflazione annuale e adeguato all’indice di vecchiaia e all’aspettativa di vita della popolazione; nell’altro comma si chiedeva che l’entrata in vigore della citata disposizione fosse sinergica all’armonizzazione complessiva del sistema di finanziamento della spesa sanitaria. Un indirizzo indicato anche da altre regioni, come l’Emilia Romagna. Ad oggi l’indice di spesa è già sceso al 6,6 sul Pil e continuerà a scendere con questa destra. L’ancoraggio era e resta il modo per preservare un comparto che cinque anni fa è stato da subito in sofferenza in Abruzzo, nonostante le risorse lasciate dal governo di centrosinistra e nonostante quelle aggiuntive avute a causa del Covid. Solo annunci e inerzia. Marsilio ha fatto gli interessi dei suoi Fratelli d’Italia e non dei suoi amministrati, gli abruzzesi. Questa è la realtà che si tradurrà nella progressiva privatizzazione della sanità e in una fuga o mobilità passiva che nella Legislatura Marsilio è peggiorata di oltre il 20%”.