Ricade in zona soggetta a dissesto idrogeologico uno degli undici aerogeneratori del “Parco eolico Abruzzo”. Incassa il primo parere negativo dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale il progetto proposto dalla società Sviluppo Prime srl che interessa i comuni di Palmoli, Tufillo, Fresagrandinaria, Cupello e Furci.
Secondo l’ente pubblico a cui compete la difesa del suolo, il risanamento idrogeologico, la tutela quantitativa e qualitativa della risorsa idrica, una delle due mega pale previste a Furci (sulle undici complessive) “ricade in un’area a rischio frana, con livello di rischio P3, cioè di pericolosità molto elevata”.
Un parere, quello inviato al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica dall’Autorità di bacino, che lancia un importante assist ai comuni interessati, alla prese in questi giorni con la predisposizione delle osservazioni al progetto da presentare entro il 14 febbraio. Nel frattempo sono stati convocati i primi consigli comunali che dovranno deliberare in merito.
A Palmoli l’assise civica si terrà lunedì 12 febbraio alle 19.15. Stessa data anche per Tufillo, ma alle 20. Cupello ha invece deciso che approverà le osservazioni in giunta, senza coinvolgere l’assemblea cittadina. A dare una mano ai cinque comuni dell’entroterra ci sono alcune associazioni che hanno deciso di unirsi alla battaglia contro l’impianto eolico da 90 milioni di euro proposto dalla società di Taranto. Sono Italia Nostra del Vastese, Stazione ornitologica abruzzese (Soa), Terre di mezzo, Lupi del Gesso, Comitato cittadino per la tutela del Cristallo d’Abruzzo e del paesaggio dei gessi frentani e Gruppo fratino Vasto. Le ragioni del no sono quelle illustrate dai sindaci nell’incontro pubblico che si è tenuto nelle scorse settimane nella sala Aldo Moro degli ex Palazzi scolastici a Vasto.
Il progetto prevede undici torri eoliche della potenza complessiva di 66 Megawatt, dislocate due a Tufillo, due a Palmoli, due a Fresagrandinaria, due a Furci e tre a Cupello. Ogni torre eolica ha una potenza di 6 megawat ed è alta più di 200 metri. In quella occasione perplessità sono state espresse dagli amministratori anche sulla società che si è costituita il 24 luglio 2023 e ha un capitale sociale di 10mila euro. La preoccupazione manifestata dai sindaci è veder stravolto un territorio che ha fatto del paesaggio e della natura il suo punto di forza.
Prova ne sono gli importanti investimenti immobiliari effettuati da stranieri provenienti soprattutto dal Nord Europa, ma anche dall’Australia e dal Sud Africa, che hanno deciso di vivere in alcuni paesi dell’entroterra.
Anna Bontempo (Il Centro)